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Italia, Ventura: “Mai stato ct! Balotelli? Sarebbe stato convocato”

L’ex commissario tecnico azzurro si toglie dei sassolini dalla scarpa dopo la ‘storica’ mancata qualificazione a Russia 2018

ITALIA VENTURA MONDIALI 2018 / A suo modo è entrato nella storia dell'Italia. Purtroppo per lui in maniera negativa: Gian Piero Ventura verrà ricordato dai posteri per essere stato il secondo commissario a non riuscire a far partecipare gli azzurri ad un Mondiale dopo Alfredo Foni nel 1958. “Non ho trovato un senso, ma ho una spiegazione: ho fatto calcio per 35 anni, sul campo, ma non mi sono mai occupato della politica sportiva, non ho mai fatto parte di un Sistema, si apre così la sua intervista a 'La Gazzetta dello Sport' dove è ritornato sui motivi di questa storica debacle. Queste i passaggi principali selezionati da Calciomercato.it

Italia, Ventura: “Avevo mandato una mail alla Figc. Al Mondiale non sarei comunque andato”

GIOVANI – “Avevo ereditato l’Italia più anziana degli ultimi 50 anni e la stavo svecchiando con l’inserimento massiccio di giovani: ho fatto esordire 14 giocatori nuovi. Se ci fossimo qualificati questi giovani sarebbero stati inseriti nella lista per il Mondiale dove continuo a credere che l’Italia avrebbe fatto bene. Russia 2018 doveva essere il trampolino di lancio per essere poi tra i favoriti all'Europeo 2020”.

CRISI – “Tutto aveva un senso e ha funzionato fino alla gara con la Spagna. Siamo arrivati a quella partita reduci da 7 vittorie e 2 pareggi e dell'appoggio dei tifosi. Dopo quella gara è partita invece una demolizione senza precedenti, un delitto premeditato mai visto… Dopo quella sconfitta è iniziata una delegittimazione continua: sono diventato l'unico colpevole di tutti i mali. La Figc spettatrice, la squadra salvata: tutta colpa di Ventura. Ventura ha preso il palo, Ventura ha sbagliato il gol, Ventura ha fatto uscire l'Italia dal Mondiale, Ventura ha fatto commissariare la Figc… Fino alla Spagna io ho fatto l'allenatore della Nazionale, dopo ho fatto il pungiball”.

MAIL – “Io ho allenato, ma non sono mai stato il c.t. Perché quella è una figura istituzionale, che implica il rispetto e il sostegno di chi gira intorno a lui […] Già prima della Spagna mandai un'email ai vertici della Federazione dicendo che mi sentivo solo, non più al centro di un progetto, senza sostegno […] Perché sono rimasto? Me lo chiedo anche io…Per passione, per affetto, per presunzione, non lo so bene neanche io. So solo che in quel momento sentivo forte dentro di me l'attaccamento all'Azzurro e a tutto quello che per me aveva sempre rappresentato. Sentivo che nonostante tutto ce l'avremmo fatta. Di certo questa è una mia grandissima colpa”.

SPAREGGIO – “Sembrava non si aspettasse altro che una caduta. Tutti al momento dell’uscita del calendario sapevamo che l'Italia, salvo miracoli, sarebbe andata agli spareggi. Una volta lì, è stato dipinto come un incubo. C'era un clima da resa dei conti, sono finito dentro un ingranaggio più grande di me. Si anticipava che l’uscita dell'Italia avrebbe portato, come poi è successo, non solo la mia caduta ma altri cambiamenti. Tanto che io mi sono chiesto: ma chi voleva andare davvero ai Mondiali? Bastava arrivare uniti a quel doppio confronto, qualificarci e poi salutarci. Cosa che avevo già preannunciato di fare. Al Mondiale non sarei andato comunque”.

INSIGNE – “Con me Insigne aveva giocato sempre. Ho fatto delle valutazioni in base all'atteggiamento tattico della Svezia che non metteva in condizioni Insigne di esprimere al meglio le sue caratteristiche. Ma stia pur certo che se avesse giocato Insigne, il problema sarebbe diventato El Shaarawy o un altro”.

BALOTELLI – “Balotelli avrebbe fatto parte dell’Italia che avevo in testa per i Mondiali. Ero andato a Nizza a parlarci per recuperarlo, non si era lasciato bene col gruppo azzurro. A Nizza aveva iniziato bene la stagione, andava reinserito al momento giusto, stavo creando quelle premesse. Sarebbe stato convocato per le amichevoli contro Argentina e Inghilterra”.

FUTURO – “Non sono depresso, sono incazzato nero. Sono carico come una molla e non vedo l'ora di riavere per le mani una squadra per fare calcio. Il calcio che ho sempre fatto, senza interessi e politica intorno. Ho ascoltato tante falsità, retroscena inventati, mi sono stufato di fare il pungiball di tutta Italia. Ho dovuto anche leggere le lezioncine tecnico-tattiche da chiunque, anche da chi non ha mai allenato neanche all'oratorio. Ho 35 anni di calcio a parlare per me, in tre mesi sono passato da 'maestro di calcio' a 'Ventura mangia i bambini'. Nel calcio si vede di tutto, ma così è troppo”.

 

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