Il portiere al fianco di Massimiliano Allegri alla vigilia del ritorno dei quarti di Champions
REAL MADRID JUVENTUS BUFFON / La voglia d'impresa, la malinconia per quella che potrebbe essere l'ultima volta in Champions: Gigi Buffon approccia con uno stato d'animo combattuto a Real Madrid-Juventus, ritorno dei quarti di finale. Si parte dal 3-0 dell'andata e la Juventus dovrà compiere un miracolo sportivo per ribaltare la situazione: ci proveranno i bianconeri, consapevoli che occorrerà comunque uscire a testa alta al 'Bernabeu. Al fianco di Allegri in conferenza stampa, Gigi Buffon risponde alle domande dei giornalista: Calciomercato.it ha seguito per voi le sue dichiarazioni.
MENTALITA' – “La mentalità sarà la solita: vogliamo fare una partita da Juventus, una gara sensata con tenacia, forza, equilibrio, gioco. Cercando di ottenere il miglior risultato possibile”.
RONALDO – “Non so se è il più completo, ne ho incontrati tanti fortissimi. In questo momento, lui per il ruolo in cui si è ritagliato da bomber puro è il più decisivo. Fa gol sempre e con una continuità impressionante”.
ULTIMA IN CHAMPIONS – “L'importante è che non sia per la Juventus l'ultima in Champions. Per me c'è questa possibilità ma non mi depremo e non mi suscita pensieri negativi. Se dovesse essere così, penso che da bimbo avrei firmato per giocare l'ultima gara di Champions al Bernabeu contro il Real Madrid”.
5 MIGLIORI PORTIERI – “In questo momento sicuramente, lasciando stare l'Italia altrimenti arriviamo a dieci, in un palcoscenico europeo direi: Oblak, Navas, ter Stegen, Neuer anche se infortunato, poi ci sono Courtois, Ederson. Se non mi sono dimenticato qualcuno, in questo momento ci sono tanti portieri che stanno facendo bene”.
GIOCARE AL BERNABEU – “Per me e la squadra il significato dovrà essere lo stesso: la partita va onorata al meglio, sono palcoscenici talmente importanti, indossiamo una casacca talmente preziosa, che ogni partita va giocata con la massima dignità”.
IMPRESE STORICHE – “Ci sono state delle partite nelle quali ci sono state rimonte incredibili: alcune volte dipende anche dalla consistenza e dal valore degli avversari che vai ad incontrare. Come tengo a precisare e a dire, nella vita bisogna per forza tentare l'impossibile: è uno stimolo per ognuno di noi. Tentando l'impossibile rischi di conseguire qualcosa di possibile che magari non è il sogno però almeno si uscirebbe con delle sensazioni buone. Noi abbiamo bisogno anche di questo. Dobbiamo uscire pensando di essere una squadra di quel livello, di quel valore”.
STIMOLARE – “Ho detto che se vado fuori continuo (ride, ndr). Il gap iniziale è grande, l'unico modo che conosco per cercare di crederci non è di fare voli pindarici, dire ce la faremo… sono cose che si costruiscono piano piano, in allenamento e con voglia di soffrire. Se entri al primo minuto e pensi che passerai il turno, sei un folle e puoi restare negli spogliatoi. Se entri invece con voglia, fai sacrifici, allora pian piano potrebbe esserci qualcosa”.
ZIDANE – “All'andata non ci siamo incrociati ma ci eravamo visti uno-due mesi prima. Per me è sempre un piacere interagire con persone di quel calibro. Ti accorgi che esci da quegli incontri arricchito. Al di là dell'ultima sua partita o la mia, ho la fortuna di poter dire che finché incontrerò lui ho la certezza di stare nell'elite del calcio. Certe figure le incontri solo al vertice e lotti per i titoli più prestigiosi”.
NAVAS – “Spesso e volentieri ha salvato il Real con interventi portentosi e sta dimostrando una grossa solidità psicologica. Riuscire a mantenere il posto da titolare in una squadra con pressioni così forti e non percependo tutta questa fiducia intorno, secondo me fa sì che i meriti di questo ragazzo siano superiori. Per l'età, credo che sia un luogo comune. Ci sono passato in prima persona: occorre sapere come uno sta fisicamente e in certe squadre ci sono dei test che dicono come stai, poi c'è l'aspetto psicologico”.
ANDATA – “Fino a quando siamo stati in undici abbiamo fatto una bella gara. E' chiaro che mi dispiace dover recriminare esternazioni che possono sembrare di basso spessore, ma realmente negli episodi non ci è andato nulla bene. Né all'andata, né a Cardiff: quando a te va tutto male e agli altri tutto bene, alla base c'è qualche differenza, qualche diversità. Questo ha pesato in maniera implicita sul punteggio finale: obiettivamente poteva finirra anche 5-0 ma fin quando siamo restati in 11 la sensazione è che la Juve era dentro la partita”.




















