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Di Cintio: “Arbitri e FIGC, il 2% è un’anomalia italiana ma…”

Sulla questione arbitrale è intervenuto l’avvocato, esperto di diritto sportivo ed ex arbitro

ARBITRI FIGC DI CINTIO / Arbitri nel mirino. Dopo le intimidazioni denunciate dal presidente dell'Aia Marcello Nicchi e le voci riguardo un possibile 'taglio' in FIGC del 2% di delegati alle prossime elezione federali, l'intera classe arbitrale è sul piede di guerra. Tanto che adesso si ipotizza addirittura uno sciopero da parte delle giacchette nere. Sulla questione è intervenuto l’avvocato Cesare Di Cintio, esperto di diritto sportivo ed ex arbitro che tra il 1990 e il 2004 ha diretto oltre 1000 partite arrivando fino in Serie C.

Il mondo arbitrale è in subbuglio e denuncia ancora una volta episodi di violenza, soprattutto sui campi minori. Un fenomeno che non si riesce a estirpare…

Purtroppo la cultura sportiva fatica a farsi strada poiché l'arbitro diventa troppo spesso il capro espiatorio degli insuccessi sportivi che sono da addebitare, in primis, ai dirigenti. Dovremmo prendere esempio dall'Inghilterra dove chi si procura un rigore con l'inganno viene stigmatizzato e non giustificato”.

È in corso una riflessione da parte del commissario della Figc Fabbricini sul 2% elettorale in pancia all'Aia. Ormai da tre elezioni, gli arbitri si schierano e sono decisivi per l’elezione del presidente federale: anomalia tutta italiana o una forma di autonomia della classe arbitrale?

“Il fatto che la classe arbitrale possa decidere l'elezione del Presidente federale costituisce, da un lato, una anomalia del sistema italiano ma, dall'altro, è altrettanto vero che gli arbitri debbano poter sedere in Consiglio Federale ed aver diritto di parola e di voto per tutte le materie che li coinvolgano direttamente o indirettamente”.

Mercoledì è in programma una riunione in Figc con tutte le componenti del calcio. Sono trascorsi più di due mesi dall’assemblea che non ha eletto il nuovo presidente. Quali sono le urgenze da affrontare?

“Credo che l'urgenza primaria sia quella di restituire quanto prima un governo alla FIGC affinché si possa tornare a parlare di calcio giocato e iniziare a lavorare affinché l'Italia torni protagonista a livello internazionale. Un primo segnale positivo è rappresentato dalla nomina del nuovo presidente della Lega di Serie A, tuttavia per la ripartenza è necessario che il percorso istituzionale continui con la nomina dei vertici della massima lega italiana e successivamente con l’elezione del Presidente Federale”.

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