Breve spiegazione della vicenda che ha catalizzato le attenzioni di tutto il mondo coinvolgendo anche Facebook
FACEBOOK CAMBRIDGE ANALYSTICA / La rete ha aperto le frontiere della comunicazione e delle relazioni umane, con qualche risvolto però non particolarmente positivo. Una volta entrati nel web, si rimane all'interno, le proprie tracce seppur minime sono indelebili e osservabili con gli strumenti giusti. Una breve premessa per introdurre il caso che sta impazzando negli ultimi giorni e che sta mettendo in difficoltà la reputazione del social network più famoso e più utilizzato del mondo, Facebook.
La società inglese Cambridge Analytica, il cui lavoro è quello di raccogliere e analizzare dati presenti nella rete, è accusata di aver sottratto le informazioni di 50 milioni di profili Facebook che sarebbero state poi utilizzate anche per influenzare i risultati di diverse elezioni in tutto il mondo. Cambridge Analytica è stata legata in maniera con alcuni dei più stretti collaboratori di Donald Trump. Un altro elemento che potrebbe risultare utile in quest'ottica è che il presidente della società e finanziatore, Robert Mercer, sia noto in tutto il mondo per il suo impegno nel sostenere candidati di stampo conservatore in diverse nazioni.
Quali sono le colpe di Facebook e boicottaggio: il caso Cambridge Analytica
Ai vertici del social network nato ad Harvard, viene attribuita la colpa di aver preso troppo alla leggera il furto di dati. Sul finire del 2015 infatti, in base a quanto rivela Cristopher Wylie, ex dipendente della società d'oltremanica, Facebook avrebbe sanzionato in maniera troppo “soft” Cambridge Analytica, e inoltre non avrebbe fatto nulla per avvertire gli utenti “spiati”. La reazione di questo cataclisma in borsa, è stata drammatica. “The social network” ha infatti perso svariati punti percentuali vedendo la quotazione del suo titolo in forte ribasso. Per tentare di arginare questo fiume in piena, pochi giorni fa Mark Zuckerberg ha ammesso le sue colpe in diretta nazionale negli USA, accusandosi di eccessiva negligenza. Non è bastato però l'intervento del giovane multimiliardario, molti personaggi pubblici, proprio in queste ore, stanno promuovendo un boicottaggio di Facebook.
Giorgio Trobbiani




















