Il tecnico si difende dopo l’eliminazione dalla Champions League
MANCHESTER UNITED MOURINHO / Mourinho show in conferenza stampa alla vigilia della gara di Fa Cup contro il Brighton. Il manager del Manchester United entra in sala stampa con un discorso preparato e per 12 minuti è protagonista di un vero e proprio monologo, una sorta di arringa difensiva dopo l'eliminazione dalla Champions League e le accuse piovute sul suo campo.
“Non ho intenzione di scappare o sparire o piangere perché ho sentito alcuni fischi – le sue parole – Non ho paura delle mie responsabilità. I tifosi fanno i tifosi e hanno il diritto di avere le loro opinioni e reazioni, ma c'è qualcosa che chiamavo patrimonio del calcio”. A questo punto Mourinho elenca i piazzamenti Champions dello United: “In sette anni con quattro diversi manager, lo United una volta non si è qualificato per l'Europa, due volte è stato eliminato nella fase a gironi e il migliore piazzamento è stato nei quarti di finale: questo è il patrimonio del calcio. Se parliamo della Premier, invece, l'ultima vittoria è stata nel 2012-13 e nelle ultime quattro stagioni lo United ha concluso settimo, quarto e sesto. Così negli ultimi quattro anni il miglior piazzamento è stato il quarto, questo è il patrimonio del calcio, significa che quando inizi il processo sei qui, parti da qui. Queste statistiche sono reali. Te ne do un altro paio, negli ultimi sette anni la peggior posizione del Manchester City in Premier League è stata il quarto posto. Negli ultimi sette anni il City ha vinto due campionato, tre perché ora saranno di nuovo campionati e sono stati secondi per due volte”.
Manchester United, Mourinho in conferenza: “Ai quarti di Champions sempre le stesse”
Mourinho è un fiume in piena per difendere il proprio lavoro: “Sai cos'è anche il patrimonio? Sono Otamendi, De Bruyne, Fernandinho, Silva, Sterling, Aguero, sono investimenti del passato, non degli ultimi due anni. Sai quanti giocatori dello United hanno lasciato il club la scorsa stagione? Vedi dove giocano, come giocano, se giocano. Questa è l'eredità del calcio e un giorno quando lascerò, il prossimo allenatore dello United troverà qui Lukaku, Matic, naturalmente De Gea che è qui da molti anni. Troverà giocatori con mentalità, qualità, background diversi, con un diverso status”. Il discorso di Mourinho si allarga alle squadre approdate ai quarti di Champions: “Ci sono i club che sono sempre lì, sempre lì: il Barcellona è sempre presente negli ultimi sette – otto anni, così il Real Madrid, la Juventus, il Bayern Monaco. Sono lì sempre per un motivo: per me la cosa positiva e incredibile è che i proprietari sono d'accordo come me, d'accordo su tutto. Investimenti fatti, quelli da fare: siamo sulla stessa lunghezza d'onda”. Così lo 'Special One conclude: “Non ho paura delle mie responsabilità. Quando avevo vent'anni non ero nessuno nel calcio, ero figlio di qualcuno, con molto orgoglio, e ora con 55 anni sono quello che sono, ho fatto quello che ho fatto grazie al lavoro, al talento e alla mia mentalità”.




















