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Da Masiello a mamma di Ciro Esposito: gli striscioni shock nel calcio

All’estero fece scalpore la coreografia dei tifosi del Legia Varsavia

STRISCIONI SHOCK MASIELLO CIRO ESPOSITO / Quello esposto a Bari contro Andrea Masiello, per la precisione sul cavalcavia poco dopo l'uscita 11 di Poggiofranco col macabro messaggio 'Perché Astori e non Masiello?', è solo l'ultimo di una lunga serie di striscioni shock nel calcio. Italiano ma anche straniero, vedi quello dei tifosi del Legia Varsavia nel ritorno del terzo turno preliminare di Champions contro l'Astana: in quel famoso 2 agosto 2017, per ricordare l'anniversario della rivolta ai tedeschi dopo l'occupazione iniziata il 1° agosto del 1944, la curva della squadra polacca fece una coreografia in cui era raffigurato (senza testa) un SS nazista con pistola puntata alla tempia di un bambino.

Gli striscioni shock in Italia da Superga alla mamma di Ciro Esposito

Una immagine che voleva, tuttavia, riportare alla memoria di tutti – polacchi e non – anche la successiva repressione tedesca che portò, su ordine di Hitler, alla distruzione della città e l'uccisione pure di molti bambini, come sottolineato dall'annesso striscione esposto dagli ultrà del Legia: “Durante la Rivolta di Varsavia i tedeschi uccisero 160mila persone. Migliaia di esse erano bambini”. Nel nostro calcio, oltre all'ultimo contro il difensore dell'Atalanta, sono invece tristemente famosi molti striscioni a dir poco deplorevoli: da quelli di scherno sulla tragedia di Superga (comparsi spesso e volentieri nello stadio della Juventus), a quelli inqualificabili su Pessotto, esposti a lungo – specie al 'San Paolo' di Napoli – dopo il tentativo di suicidio dell'ex calciatore bianconero, a quello di fine gennaio 2006 comparsi nella curva sud giallorossa in occasione di Roma-Livorno – “Lazio-Livorno: stessa iniziale, stesso forno” – nella settimana che ricordava e ricorda tutt'ora la tragedia della Shoah, fino allo squallido contro la mamma di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ferito a morte il 3 maggio 2014 a Roma dal romanista De Santis prima della finale di Coppa Italia tra gli azzurri e la Fiorentina. “Che cosa triste… Lucri sul funerale con libri e interviste!”, il testo dello striscione che costò alla Roma – la quale giustamente non fece ricorso – la squalifica della curva sud.

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