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Elezioni 2018, UFFICIALE: Renzi si dimette. “Saremo all’opposizione”

Il segretario del Partito Democratico parla dopo la sconfitta elettorale

ELEZIONI 2018 CONFERENZA RENZI / Debacle senza precedenti per il Partito Democratico alle elezioni 2018: il partito guidato da Matteo Renzi non ha raggiunto il 20% ed è la forza politica uscita sconfitta dalla tornata elettorale. Il segretario Pd in conferenza stampa ha dichiarato: “Come sapete e come è doveroso, mi pare che abbiamo riconosciuto con chiarezza che si tratta di una sconfitta netta. Una sconfitta che ci impone di aprire una pagina nuova all'interno del Pd. Siamo orgogliosi dello straordinario lavoro di questi anni: è un lavoro strepitoso quello che abbiamo fatto, ma è una sconfitta altrettanto chiara ed evidente. Oggi l'Italia ha una situazione in cui chi ha vinto politicamente le elezioni, non ha i numeri per governare. E chi è intellettualmente onesto dovrebbe riconoscere che ciò nasce dalla vicenda referendaria. Chi si è opposto a quella riforma oggi è vittima della loro scelta di opporsi a quella semplicificazione. Nella campagna elettorale, c'è stata una bugia che è più grande di tutte: “Non faremo accordi con nessuno”. Dimostrino il loro valore se ne sono capaci. Abbiamo commesso degli errori. Il primo è stato non capire che è stato un errore non votare in una delle due finestre del 2017 in cui si sarebbe potuta imporre una campagna sull’agenda europea. Il secondo è che in questa campagna elettorale siamo stati fin troppo tecnici. Non abbiamo mostrato l'anima delle cose fatte e di quelle che volevamo fare. Se a questo si somma l'evidenza di un vento estremista che nel 2014 siamo riusciti a frenare e che stavolta non siamo riusciti a bloccare, comprendiamo che il risultato sia deludente. Simbolo di questa campagna elettorale è quanto accaduto a Pesaro: lì abbiamo candidato un ministro che ha fatto un lavoro straordinario, Minniti ha saputo cambiare la percezione del problema dell'immigrazione e la sostanza della soluzione del problema con un lavoro che gli viene riconosciuto anche dagli avversari. Eppure il candidato del M5S, per definizione degli stessi 5 Stelle impresentabile, ha avuto la meglio contro ogni valutazione di merito. E' ovvio che lasci la guida del Partito Democratico e ho chiesto al presidente del Pd di convocare un'assemblea per aprire una fase congressuale che inizierà dopo l'insediamento del Parlamento e del Governo”. 

Renzi ha aggiunto: “Impossibile non far iniziare un confronto vero su ciò che è accaduto dentro il Pd. Serve un congresso serio e risolutivo: un congresso che ad un certo punto permette alla leadership  di fare ciò che è stato eletto. Non un reggente scelte da un caminetto ma un segretario scelto dalle primarie. Secondo punto: mi sento garante. Abbiamo detto no ad un governo degli estremisti, non abbiamo cambiato idea. La campagna elettorale la prendiamo sul serio. Ci sono tre elementi che ci separano da Salvini e Di Maio: anti-europeismo, anti-politica e odio verbale utilizzato contro i militanti del partito democratico. Il Pd sarà all'opposizione, non sarà la stampella di movimenti anti sistema”. 

Dimissioni Renzi: “Nessuna fuga, farò il senatore”

Sul suo futuro Renzi ha spiegato: “Non c'è nessuna fuga. Terminata la fase dell'insediamento del parlamento e governo, farò una cosa che mi affascina: il senatore semplice. Nel 2018 mi sono ripresentato ai fiorentini, 14 anni dopo la prima volta: è impressionante che continuino a votarmi, che chi mi conosce abbia sentito il bisogno di esprimere questo affetto commovente. Si riparte dal basso, militante tra i militanti, a fare quello che deve fare tutto il Pd: stare tra la gente, recuperare il rapporto con il territorio. Ripartiamo da qui noi, con l'orgoglio di chi in questi cinque anni può dire di aver fatto un lavoro bello. Restituiamo le chiavi di casa, con una casa tenuta bene e molto più in ordine. Siamo orgogliosi dei risultati e – siccome vogliamo bene l'Italia – speriamo che ci si propone alla guida del Paese possa fare meglio. Noi non insulteremo gli avversari e non ci aggrapperemo ai canali di notizie falsi. Realtà contro fake news, coraggio contro paura, diritti – su cui ci auguriamo non si torni indietro – contro intolleranza. Lavoro contro sussidi, cultura contro la logica della sicurezza fai da te e delle armi: sono solo alcune delle ragioni per cui non potremo mai fare un governo contro le forze anti-sistema. Diremo tre no chiari: no inciuci; no ai caminetti ristretti di qualcuno che immagina di poter considerare il Pd come luogo di confronto solo tra gruppi dirigenti: l'elemento costitutivo del Pd sono le primarie; no ad ogni forma di estremismo. La campagna elettorale ha avuto uno strano rapporto con la realtà, sembrava che dovesse nascondere la realtà. Questa campagna elettorale si chiuda con un impegno molto chiaro, molto semplice: siccome qualcuno ci ha raccontato una realtà lontana dal vero, fatta di sogni, il Pd è qui per dire no inciuci, chi ha la forza per governare lo faccia. Noi faremo sempre il tifo per l'Italia, saremo responsabili e la nostra responsabilità sta nel dire dei sì ma anche dei no”. 

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