Il direttore sportivo biancoceleste si è raccontato in una lunga intervista ed ha svelato anche un retroscena legato a Pastore
CALCIOMERCATO LAZIO TARE DE VRIJ JUVENTUS PASTORE / E' il Re Mida di Lotito, la fortuna di questa Lazio. Si tratta di Igli Tare, ex attaccante giunto al suo decimo anno nei panni di direttore sportivo dei biancocelesti. “Metodo Tare? Non c'è, e non ci sono – unico club in Italia, ndr – osservatori: non amo lavorare in tanti”, ha rivelato lo stesso dirigente in una lunga intervista a 'La Gazzetta dello Sport' dove ha aggiunto: “Ho un collaboratore per i dati, uno che mi prepara clip dei giocatori, uno per l'analisi degli avversari. E poi i report di tanti amici in giro per il mondo. Ma la cosa che fa davvero bravo un d.s. è capire prima come può diventare un giocatore sconosciuto. E vederlo non basta: ci devi parlare”.
Calciomercato Lazio, Tare a tutto tondo: dal futuro di de Vrij al rammarico Pastore
Nel corso dell’intervista Tare ha poi toccato molti altri temi legati al calciomercato Lazio, ma anche ad un possibile futuro lontano dalla Capitale. Questi i passaggi più significativi selezionati da Calciomercato.it:
COLPO MILINKOVIC – “Milinkovic era al Vojvodina, lo seguii grazie a un amico. Alto come me, e quelle doti tecniche: un crack, ma non potevo garantirgli di giocare quanto gli serviva. Lo monitorai al Genk per mesi, poi andai a prenderlo. La Fiorentina aveva contattato suo padre e fu per rispetto a lui che Sergej andò a Firenze quel giorno, poi rispettò me e il rapporto creato con i suoi agenti. Funziona così”.
RINNOVO DE VRIJ – “La percentuale della sua agenzia non c'entra nulla”.
DE VRIJ-JUVENTUS – “Il contrasto politico Lotito-Agnelli è lampante, ma con Paratici zero problemi: neanche per Keita, Milinkovic o De Vrji, che non andrà alla Juve anche se il suo nome è passato sul loro tavolo. Li considero un esempio per mentalità, metodi di lavoro: il meglio del calcio italiano, sì”.
RAMMARICO PASTORE – “Il primo anno di lavoro feci poco per scelta: volevo capire come funzionava e il mancato acquisto di Pastore è il mio più classico passo falso da gavetta. Ero ds da due settimane e Simonian mi manda un suo dvd. “Top”, mi dissi: ma feci l’errore di parlarne con due agenti, mi fecero credere che Simonian non c’entrasse nulla col ragazzo. C'entrava eccome: convinsi Lotito a proporre 2,8 milioni per metà cartellino, ma se l’era già preso lui, visto che non gli avevo fatto sapere più nulla. E da allora diffido di certi agenti”.
INZAGHI – “Inzaghi alla Juve? Non mi dà fastidio sentirlo: si cresce, ma devono ancora succedere cose e passare un paio di anni. Simone doveva andare a Salerno. Noi vedemmo Mazzarri, Sampaoli, Prandelli, Ventura: più parlavamo con gli altri, più capivamo che nessuno come lui poteva incarnare e trasmettere lazialità. Nei giorni della decisione a Simone ho visto in faccia una lacrima da tensione: ci teneva da morire”.
FUTURO – “Già da giocatore vedevo un bivio: dirigente o allenatore. La strada fu subito chiara, ma uomo senza sogni è morto e il mio non l’ho nascosto: allenare, un giorno. Se mai sarà, solo l’Albania: non un club. Non mi viene facile non pensarmi più ds e neppure ds della Lazio: mi hanno avvicinato diversi club ma il mio legame con questa società è nato e maturato fra le difficoltà e dopo 13 anni ce l’ho proprio dentro il cuore”.




















