Al tecnico giallorosso non è andata giù la non reazione di alcuni giocatori nel secondo tempo di Kharkiv
ROMA DI FRANCESCO CONTRO SENATORI DZEKO NAINGGOLAN DE ROSSI KOLAROV / Come per la Juventus, il primo round degli ottavi di Champions League è stato amaro anche per la Roma. La formazione capitolina è uscita sconfitta dal 'Metalist Stadium' nonostante avesse chiuso il primo tempo in vantaggio grazie alla rete di Ünder, il giocatore giallorosso più in forma del momento. Nella ripresa, però, la squadra è tornata in campo molle favorendo il ritorno dello Shakhtar Donetsk che – grazie alla reti di Ferreyra e Fred – ha ribaltato il risultato. E c'è da ringraziare Alisson che, grazi ad alcuni interventi prodigiosi, ha evitato un passivo più ampio.
Roma, Di Francesco 'contro' i senatori: nel mirino Nainggolan, Strootman, De Rossi, Strootman, Dzeko e Kolarov
L'atteggiamento della ripresa non è proprio andato giù a Di Francesco e, nell'immediato postgara, non l'ha certo tenuto nascosto: “Mi sembra di aver visto due squadre in campo, dopo il gol avrei dovuto cambiarne tanti”. Parole dure, dirette contro coloro che dovrebbero avere il compito di guidare la squadra e non di aiutarla a sprofondare: “Non ho capito perché ci siamo messi a gestire il risultato”, ha spiegato il tecnico della Roma dopo il triplice fischio di mercoledì sera. Un concetto che – come sottolinea 'Il Messaggero' – ha ribadito anche ieri nello spogliatoio di Trigoria. L'ex Sassuolo è rimasto amareggiato, se non infuriato, dal carattere rinunciatario di alcuni big: su tutti Kolarov, De Rossi, Nainggolan, Strootman e Dzeko, che lo hanno 'tradito' sotto il piano caratteriale.
Alla prima difficoltà si sono sgretolati, anziché aiutare la squadra a rialzarsi, e questo è costato caro ai fini del risultato finale. Una involuzione sulla quale si è interrogata anche 'La Gazzetta dello Sport': la Roma non rende per quello che viene riconosciuta e pagata. In campionato è staccata dal Napoli capolista di 16 punti nonostante abbia un monte ingaggi di 10 milioni più alto. Ma la 'rosea' sottolinea anche un altro aspetto: l'undici sceso in campo a Kharkiv somma in tutto 445 presenze nelle rispettive nazionali (e molti di loro sono o sono stati anche capitani delle rispettive selezioni), il Napoli invece si ferma solo a quota 333 (di cui un 1/3 le ha collezionate il solo Hamsik con la sua Slovacchia). Tradotto: in rosa ci sono giocatori di caratura internazionale, ben pagati ma che nonn stanno facendo la differenza. Qual è il problema allora? Sicuramente il loro rendimento è al di sotto delle aspettative di società e ambiente. Con queste ultime sfuriate Di Francesco spera di toccare il loro orgoglio e spronarli a riprendere in mano la Roma.




















