Il club rossonero ha aperto le porte del centro sportivo per permettere ai giornalisti di conoscere meglio come lavora il tecnico
Mica solo cuore e grinta: dietro questo Milan c’è il lavoro di Rino Gattuso. Che non è solo urla e “cinquine”, ma è metodo e programmazione. Il club rossonero ha aperto oggi le porte del suo centro sportivo dando la possibilità ai giornalisti di conoscere da vicino il modo di lavorare del tecnico che, sempre più, si avvicina alla conferma anche per la prossima stagione. Molto, se non tutto, passerà anche dal filone di partite dove naviga già la truppa di Bonucci e compagni: due big match in campionato, Ottavi di Europa League da agguantare e Finale di Coppa Italia da conquistare con le unghie e coi denti. E a Milanello si lavora per questo con voglia, determinazione e intensità.
Gattuso studia e cura ogni minimo dettaglio. Lo fa con il suo staff capace di sfruttare tutte le tecnologie del caso e capace, soprattutto, di offrire al tecnico i dati necessari per verificare le condizioni atletiche dei suoi giocatori e le caratteristiche dell’avversario. Dai preparatori agli analisti, tutti in campo per seguire l’allenamento dei ragazzi rossoneri: GPS monitorati in diretta e il drone “sarriano” che sorvola il campo per andare poi a rivedere come ha lavorato il gruppo negli esercizi tattici. Tutti in campo, dicevamo, compresi quegli elementi che a Milanello arrivano con la certezza di non poter mai contribuire alla causa in partita: da Juan Mauri, rientrato nell’operazione che portò all’arrivo del fratello Josè, a Mastour, talento mai esploso. Passando per Oduamadi e Vergara.
Cura dei dettagli e collaborazione. Gattuso divide la squadra in tronconi e lavora in base all’apporto che i giocatori hanno dato fin qui e che vorrà che daranno nei prossimi impegni. Chi lotta per la maglia da titolare lavora intensamente, chi deve rifiatare lavora a parte e i reparti ripetono allo sfinimento i meccanismi. E un gioco che nasce da esercitazioni su campi ridotti, a tema, con l’obbligo del numero di passaggi prima della finalizzazioni in porticine. In una seduta che non finisce ai tre fischi finali. Quando in tanti prendono la via degli spogliatoi, Borini e André Silva, in ottica Ludogorets, provano situazioni offensive e Cutrone lavora con la sagoma per la protezione palla e il classico “lavoro sporco” che potrà servire all’Olimpico contro gli uomini di Di Francesco.
Proprio in ottica Roma arrivano nuove positive dall’infermeria: Kalinic si è allenato col gruppo e potrebbe far parte già giovedì dei convocati, mentre l’impegno contro i bulgari sarà occasione per far rifiatare chi ha giocato stringendo i denti (vedi Bonucci), chi ha speso tanto nelle ultime uscite (come Calabria) o chi oggi è troppo importante per questa squadra (vedi Biglia, Bonaventura e Suso). In Europa League spazio quindi a Zapata in difesa, con Romagnoli al suo fianco e Abate e Antonelli sugli esterni. Riecco Kessié a centrocampo, con Montolivo e Locatelli. In attacco si allarga Cutrone sulla destra, con Borini nel lato opposto e la chance, ancora una volta, ad André Silva dal 1’ minuto.
Dall'inviato a Milanello, Michael Cuomo.




















