Il piemontese si sta confermando come uno dei migliori tecnici della Serie A
ATALANTA GASPERINI – Gian Piero Gasperini negli ultimi anni si è distinto come uno dei migliori tecnici italiani, grazie anche al 'miracolo' Atalanta. Il tecnico piemontese – in un'intervista a 'Wyscout' – racconta dei lati inediti della sua esperienza in panchina: “All'inizio non pensavo di fare l'allenatore. Volevo continuare a fare calcio, sì, ma ero felice di allenare le giovanili per trasmettere la mia esperienza. Il mio pensiero non era però quello di aver a che fare i professionisti. È un qualcosa che è maturato con gli anni”.
SEGRETI – “Per me è importante il fatto di avere un clima in cui tutti ragionano con la stessa testa, dove c'è altruismo, disponibilità, voglia di raggiungere dei risultati insieme. Ma posso anche dire che nel calcio ci sono stati esempi di squadre in cui liti e discussioni erano all'ordine del giorno, eppure ottenevano lo stesso dei risultati. È la varietà del calcio. Certi comportamenti in certi ambienti vanno bene, con altre persone meno. L'allenatore è una persona che decide e, in quanto tale, è soggetto a critiche e insofferenze”.
CAMPO E METODI – “Io per carattere sono più tecnico: mi rifugio sul campo, pur riconoscendo l'importanza del resto. La mia attenzione si basa quindi su un problema che possiamo aver avuto in campo, su una questione tecnica, atletica, di atteggiamento. Mentre sono volutamente meno attento ad altri aspetti”.
LAVORO – “Quando cominci a toglierti un po' di alibi, sei un pezzo avanti. Allenare è un po come cucinare: se vuoi fare una torta buona, hai bisogno degli ingredienti giusti, solo che qui non puoi pesarli, devi sapere tu “quanto basta”. Allora è tuo il compito di creare l'impasto giusto. È sempre una bella lotta, non hai mai tregua, non arrivi a casa e stacchi. C'è sempre qualcosa che devi fare, migliorare, ti devi dare un equilibrio. È una bella sfida”.




















