L’allenatore dello Zenit di San Pietroburgo ha parlato anche dell’ipotesi Milan
PANCHINA ITALIA MANCINI / L'attuale allenatore dello Zenit di San Pietroburgo Roberto Mancini, accostato a più riprese alla panchina dell'Italia, ha parlato del suo futuro nel corso di un'intervista concessa a 'La Gazzetta dello Sport':
SOGNO – “Ho un sogno: vincere da c.t. ciò che non ho vinto da calciatore. Un Mondiale. Se mi mancherebbe il lavoro sul campo? È da 40 anni che lavoro in campo tutti i giorni, da calciatore e da allenatore. E poi sono giovane, posso ritornare in un club dopo la Nazionale… Un grande club? In grandi club ho lavorato e vinto. Allenare la Nazionale è bello. Sarebbe un onore, un orgoglio. E vincere un Europeo o un Mondiale ancora di più”.
L'ITALIA – “I giovani bravi ci sono. Mi piacciono Belotti, Pellegrini, Romagnoli che può crescere ancora tanto. E ogni stagione ne vengono fuori altri. Gli italiani hanno qualcosa in più. C’è materiale per impostare un buon lavoro, dando magari una logica comune alle varie under, come succedeva quando le frequentavo io.. Figc? Mi piacerebbe vedere al lavoro ex giocatori, ma non per il solo fatto che lo siano stati. Solo quelli che hanno qualcosa da dare, con passione e carisma. E in posti proporzionati alle loro conoscenze e alle loro esperienze. Le bandiere non servono. Sono stati stanziati 5 milioni per il nuovo ct dell'Italia? I soldi non sarebbero un problema. Ma precisiamo: stiamo parlando in libertà… Io ho un contratto con lo Zenit, che sta facendo bene”.
IL MILAN – “Il Milan ha acquistato buoni giocatori. Per il salto di qualità servirebbero 2-3 pedine di grande valore. Se Fassone e Mirabelli mi chiamassero al Milan? Io lavoro bene con tutti e non ho problemi di colore”.
IL MODULO DEL FUTURO – “Premessa: dipende sempre dai calciatori che hai a disposizione. In generale: quattro attaccanti puri. Mi servirebbe un centrale di mediana capace di soccorrere bene la difesa ed equilibri di squadra delicati. Ma ci lavorerei volentieri. La frontiera è questa: la ricerca di un calcio sempre più offensivo”.




















