L’ex attaccante barese: “Questo sport ha fatto miracoli per me”
CASSANO CAPELLO REAL MADRID / “Fino a 17 anni ho vissuto la fame, ma la fame nel vero senso della parola. Mia madre non lavorava, era casalinga, e guadagnavamo 3-4mila lire al giorno: con quelle dovevamo mangiare. Mia madre ha fatto tanti sacrifici per me, mi faceva fare tutto”. Pensieri e parole di Antonio Cassano. Ai microfoni dell'emittente francese 'Canal Plus' l'ex attaccante barese racconta il suo difficile passato: “Giocavo per la strada, tra i vicoletti e naturalmente c'erano le persone più grandi che mi sceglievano, io guardavo a chi mi dava mille lire in più o in meno perché ero più forte di tutti. Non avevo soldi, mai visti nella mia vita: dicevo 'scegli me, ti faccio vincere' e ogni giorno giocavo in strada, per guadagnare qualcosina. Il gol all'Inter? Avevo 17 anni, la partita che poteva cambiare la mia vita in tutto e per tutto, farmi diventare ricco, famoso e anche bello – scherza FantAntonio – Il calcio fa diventare tutti belli e fa miracoli: a me ne ha fatti tantissimi“.
Real Madrid, Cassano: “Potevo restare a lungo e fare la storia del calcio”
I rimpianti della carriera calcistica di Cassano riguardano soprattutto la sua esperienza in Spagna al Real Madrid, dove sbarcò nella sessione invernale di calciomercato del 2006: “Lì ero nel club migliore della storia, avrei potuto restare a lungo e vincere molto, avrei potuto fare la storia del calcio. Invece ho seguito il mio istinto e ho fatto i miei errori. Dovevo sostituire Figo e Owen, due Palloni d'Oro, il che significava che ero un grande giocatore anche se avevo 23 anni. A Madrid ho incontrato due dei più grandi campioni di tutti i tempi: Zidane e Ronaldo, il fenomeno. Molti avrebbero pagato per giocare in quella formazione. Ma a volte non giocavo e mi lamentavo: un giorno Capello mi ha sostituito e gli ho detto di tutto nel tunnel degli spogliatoi, l'ho insultato in italiano e in spagnolo, senza motivo. Dopo un anno di discussioni con tutti, ho lasciato. Penso che se nella vita avessi avuto una persona autoritaria a fianco, qualcuno come un padre, questo mi avrebbe messo sulla strada giusta”.




















