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Milan, Bellinazzo: “Ecco cosa succederà dopo il no dell’Uefa”

Il massimo organo calcistico europeo ha bocciato l’accordo proposto dai rossoneri. E arrivano le sanzioni

MILAN VOLUNTARY AGREEMENT BELLINAZZO / Era nell'aria da giorni, ma oggi è diventato ufficiale. L'Uefa boccia il piano proposto dal Milan per il voluntary agreement, evidenziando di fatto dubbi sulla proprietà cinese del club rossonero. A commentare la decisione e spiegare i prossimi passi è intervenuto il noto giornalista Marco Bellinazzo che ha parlato ai microfoni di 'Premium Sport': “Difficile immaginare che il Milan possa evitare di finire nell'ambito delle sanzioni che è il cosiddetto settlement agreement, quello per intenderci a cui sono ancora sottoposte Inter e Roma. Si tratta cioè di un accordo che viene siglato di solito in primavera sempre tra l'Uefa ed i club, chiaramente peggiorativo rispetto al voluntary ed in cui la Uefa impone tutta una serie di vincoli. In qualche modo in questo senso c'è più giurisprudenza, perché invece il voluntary sarebbe stato il primo, mentre sono 4 anni che ormai la Uefa irroga queste sanzioni e dunque possiamo prevedere che anche per il Milan ci saranno queste sanzioni di carattere economico, limitazioni magari al mercato, limitazioni alla rosa, che si può verificare in Europa, piuttosto che degli obblighi di rientro nei termini del pareggio di bilancio più veloce rispetto alle altre squadre. Molto dipenderà anche da quello che è il contesto delle altre squadre che saranno sanzionate dalla Uefa e quindi dalla gravità delle loro violazioni. Pensiamo ad esempio al rapporto non semplicissimo che si creerà tra Uefa e Psg dopo le grandi manovre di questa estate”.

Bellinazzo, poi, prosegue: “Ho spiegato più volte che l'Uefa con questo voluntary è andato anche oltre quello che è il tracciato del suo giudizio canonico, che di norma non deve andare a guardare la proprietà, ma limitarsi a guardare il business plan, non a chi è il proprietario. Nel caso del Milan è successo che le garanzie e le documentazioni fornite rispetto alla proprietà non sono state ritenute sufficienti dalla Uefa e quando il MIlan è andato Nyon molte sono state le domande proprio su questi aspetti. Evidentemente non è stata considerata sufficiente la documentazione che è stata presentata né sono state soddisfacenti le risposte. E quindi c'è un dubbio di fondo che ha la Uefa su quale è la reale consistenza patrimoniale della proprietà del Milan e sul fatto quindi che tra sei mesi o magari un anno si ritroverebbe ad avere un altro interlocutore, proprio per il famoso prestito di Elliott che ha in pegno il Milan e diverebbe proprietario in caso di mancato pagamento. Quindi i dubbi della Uefa sono questi e io capisco che la richiesta fatta a Fassone di chiudere entro dicembre il finanziamento fosse praticamente impossibile per i termini temporali e per l'importanza economica dell'operazione, però è anche vero che aver fatto quella richiesta è pretestuosa, nel senso che il vero obiettivo dell'Uefa era quello di avere più certezze sulla proprietà e quindi mi sembrano richieste che nascondono i veri dubbi che l'Uefa non ha voluto esplicitare fino in fondo”. 

 

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