Il campione svedese poteva trasferirsi in giallorosso prima di approdare alla Juventus
ROMA RETROSCENA IBRAHIMOVIC CAPELLO / Era un pallino di Fabio Capello. Proprio il tecnico di friulano ha avuto il merito di portare Zlatan Ibrahimovic in Italia nel 2004, quando era alla guida della Juventus. Fosse stato per lui, però, lo avrebbe fatto anche prima: “Arrivo alla Juventus e trovo Capello, quando la Roma mi voleva c'era lui. Poi lui è andato alla Juve, è un tipo duro e mi piace. Non lo conoscevo, lo avevo visto solo in tv e quando avevo giocato contro la Roma in Champions con la maglia dell'Ajax”, ha svelato lo stesso attaccante tedesco nell'intervista concessa a 'Sky Sport'.
Alla Roma, alla fine, l'attuale attaccante del Manchester United 'sfilò' uno scudetto in quella famosa partita del 'Tardini': “Eravamo primi e mi sono fatto male, non avrei potuto giocare le ultime 6-7 partite e la Roma ha recuperato i punti di svantaggio dall'Inter. Nell'ultima giornata dopo il primo tempo loro erano primi e io ero infortunato, mi faceva male il ginocchio. Ricordo Mancini che diceva all'intervallo: 'Non mi interessa, se sta male o no lui deve entrare in campo. Il problema è di voi medici'. Il dottore ha detto che mi sarei dovuto scaldare benissimo e poi sarei potuto entrare. Mancini mi ha detto che avrei avuto altri 20 minuti. Eravamo ancora sullo 0-0, pioveva tanto e il pallone era difficile da portare avanti. Entro, calcio due volte in porta: la prima va fuori, la seconda entra. In quel momento c'è una foto in cui siamo tutti insieme, quando vedi la gioia sul volto degli altri sai di aver fatto qualcosa. Questo ti dà motivazione, ti dà adrenalina, ti senti intoccabile, il più forte, ti senti come Hulk, anche se io mi ci sento sempre. Nello spogliatoio dicevano tutti grazie, io ho detto prego”, ha ricordato Ibra.




















