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ESCLUSIVO Acri: “Calcio italiano? Ecco le riforme da fare”

L’agente ai microfoni di Calciomercato.it: “Non andare al Mondiale può essere una grande occasione”

CALCIO ITALIANO ACRI / “La mancata qualificazione al Mondiale 2018 non è uno scandalo e può essere vista come una grande occasione per riformare davvero il calcio italiano”. Lo ha detto in esclusiva ai microfoni di Calciomercato.it l'agente e intermediario Alessandro Acri. Il problema del calcio italiano sono i troppi stranieri? “Assolutamente no – ci ha risposto sfatando quello che ormai è diventato quasi un pensiero comune – Gli stranieri nei settori giovanili non tolgono spazio ai giovani italiani, forse il problema è che i nostri ragazzi spesso non hanno la stessa voglia di emergere di chi arriva dall'estero. A livello nazionale e giiovanile è stato fatto un grosso errore, la creazione di centri federali destinati ai dilettanti e non ai professionisti. Mai visto in sedici anni di professione una cosa del genere in Francia, Germania o in quelle Nazioni che hanno fornito di giocatori importanti negli ultimi anni le Nazionali. Bisogna riformare il calcio italiano partendo dal settore giovanile, dando la possibilità agli istruttori e agli allenatori di avere uno stipendio vero e proprio. Lo stesso dicasi dell'area scout, dove purtroppo oggi vengono inseriti gli amici degli amici creando dei danni importanti”.

Acri a Calciomercato.it: “Vanno riformati i campionati e costruiti nuovi stadi”

“Il sistema va cambiato radicalmente partendo anche dalla riforma dei campionati – ha sottolineato Acri a Calciomercato.it – Abbiamo troppe società professionistiche, poca tutela e controllo nelle iscrizioni di queste società: all'estero sono seratissimi, come giusto che sia. La Serie A dovrebbe tornare a 18 club, la Serie B andrebbe divisa in due gironi sempre da diciotto proprio come la Serie C: Lega Pro 1 e Lega Pro 2. Poi un campionato riserve con le Primavere da iscrivere in Serie D, con promozione possibile di fino in cadetteria. Poi è indubbio che servirebbero anche la costruzione di stadi di proprietà. Nel '90, col Mondiale, abbiamo buttato a mare una grande opportunità in tal senso, in questo la Juventus è stata brava e lungimirante, non è un caso che ora guadagni più di tutte, permettendosi di strappare i giocatori più importanti (Higuain al Napoli e Pjanic alla Roma l'estate 2016, ndr) alle dirette rivali”.

Acri è un agente che opera a livello internazionale ed è impegnatissimo nel sociale con la sua Onlus “Diamo un calcio alla strada“, che offre a tanti ragazzi, nel territorio campano, l'opportunità magari di fare strada nel mondo del calcio: “Questo progetto è partito insieme al mio staff che è composto da Nicola D'Amico, Salvatore Di Palo e Alfio Ottaviani. E' una onlus con sede a Napoli, ma è soprattutto un progetto sociale per dare un'occasione alle famiglie e soprattutto ai ragazzi meno abbienti per giocare a calcio. Abbiamo, grazie alla società Progetto Cesa, di utilizzare le sue strutture e organizzare quattro volte l'anno dei raduni con alla presenza di scout di quindici-sedici società professionistiche tra A e B più club spagnoli e tedesci. I nostri raduni contano ogni una volta una media di 350-400 atleti. Abbiamo già dato una chance importante a 15 ragazzi portandoli in club professionistici per test ufficiali, 4 di loro sono stati già bloccati in attesa del compimento del 14esimo anno di età. Facciamo tutto questo non a scopo di lucro – ha evidenziato in conclusione Alessandro Acri – è senz'altro un lavoro che ci sta dando grandi soddisfazioni. Il prossimo raduno sarà ad Aversa il 13 dicembre”.

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