L’ex ct sulle parole del dimissionario presidente della Federcalcio
FIGC LIPPI TAVECCHIO / Dopo le parole in conferenza stampa di Tavecchio sulla scelta di Ventura che sarebbe stata fatta da Marcello Lippi, è arrivata a stretto giro di posta la risposta dell'ex commissario tecnico. Intervenuto a 'Sky', l'attuale selezionatore della Cina ha voluto dire la sua versione: “E' tutto vero quanto detto da Malagò, tranne che io ho scelto Ventura. Mi sembra che Tavecchio non abbia una buona memoria. Non ho scelto io Ventura come c.t. Bastava che si ricordasse che lui un anno prima aveva firmato il nuovo statuto dei procuratori che prevedeva che il parente di un procuratore non potesse lavorare con la Federazione e tutto sarebbe finito. Non disse nulla, sono stato direttore in pectore, ho anche firmato un pre-contratto e poi un giorno prima mi dissero che non si poteva fare più nulla”.
In merito alla vicenda Ventura, Lippi spiega: “Siamo andati a cena a casa di Malagò e mi è stata offerta la possibilità di diventare supervisore tecnico di tutte le nazionali. Tavecchio voleva che mi occupassi solo dall'Under 21 in giù. Io dissi di no e abbiamo convenuto così che sarei stato direttore tecnico di tutte le nazionali. A quel punto ho parlato con Ventura, Montella e Gasperini e successivamente sono andato in Federazione per riportare a Tavecchio le mie impressioni, chiarendo che l'allenatore lo avrebbe scelto lui. E lui disse che avrebbe scelto Ventura per una questione di esperienza“.
Sul futuro della Figc e della Nazionale, Lippi dice: “La scelta del ct è l'ultimo dei problemi. Bisogna pensare prima a riorganizzare una Figc che si occupi di calcio. Ancelotti è il massimo che si possa avere in questo momento e io come tifoso mi auguro che possa essere lui. Ma anche gli altri nomi che si sono fatti possono andare bene, anche se non mi sembra che ne abbiano intenzione. Un mio approdo in Figc? Ho un contratto con la Federcalcio cinese fino al 2018 e probabilmente rinnoverà fino al 2022. Poi mi pare che con quella clausola non possa lavorare in federazione. Eppure vedo tanti altri parenti che lavorano nel mondo del calcio”.




















