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Juventus: Allegri, in campo è lui il vero showman

Il tecnico dei bianconero dà spettacolo in panchina fra scatti di ira e lanci di giacche

NOTIZIE JUVENTUS ALLEGRI/ Nonostante un avvio che sembrava avere dell'incredibile, la Juventus ieri pomeriggio ha vinto e festeggiato come voleva i 120 anni di storia del club, con annessa maglia celebrativa indossata dai giocatori. È stata una partita tutt'altro che facile che ha visto protagonista in panchina il solito Allegri indiavolato. Oramai è consuetudine vedere l'allenatore livornese vivere con molto pathos le partite della sua squadra, qualsiasi esse siano, Champions League o campionato. Chi pensava nel lontano 16 luglio 2014 che sarebbe stato un tecnico più tranquillo e meno passionale di Antonio Conte si sbagliava di grosso. Infatti ciò che accomuna i due allenatori, che hanno riportato la Juventus ad alti livelli, è proprio il sentimento che li pervade durante i match e la carica agonistica che riescono a trasmettere ai propri calciatori. Come ogni tecnico il mister bianconero ha i suoi pro e contro, ma sicuramente ha il merito di avere un'ampia visione complessiva del gioco, forse dovuta dall'essere stato un ex giocatore o meglio ancora un ex centrocampista, come spesso è prerogativa dei grandi allenatori.

Cuadrado Alex Sandro fra le vittime del livornese

In questi tre anni è stato molto raro vedere Allegri accomodarsi serenamente in panchina, dando qua e là indicazioni, in casa e fuori è sempre il primo ad incitare. In particolare in questo avvio di stagione è stato un perfetto showman che urla, sbraita e quando raggiunge l'apice del nervosismo si spoglia anche, gettando ovunque giacche e cappotti . Nel tempo è stato quindi fonte di derisione, seppur in maniera molto lieve, dei suoi stessi giocatori che non sono sempre riusciti a trattenersi, come biasimarli. Sarebbe bello sapere cosa possano aver pensato le prede preferite dei rimproveri di mister Allegri. Durante i suoi attacchi di rabbia giustificata solo pochi riescono a salvarsi, di solito quelli che non passano inosservati sono i giocatori dotati di maggiore qualità, Cuadrado, Alex Sandro, Dybala, Pjanic e anche Pogba negli anni passati, dai quali ha preteso sempre di più e che invece si concedono qualche licenza di troppo, virtuosismi, colpi di tacco e leziosità che il tecnico proprio non riesce ad accettare, soprattutto in momenti salienti della partita. Per non parlare del nervosismo che lo porta a scagliarsi in certe circostanze contro tutta la squadra quando vede una costruzione frenetica e disordinata del gioco, invece di creare con tranquillità allargandosi sulle fasce come lui stesso preferisce. Chissà il caro Landucci, suo vice, quante ancora ne dovrà sentire e vedere, visto che la stagione è ancora lunga. La capacità di lettura delle partite ha permesso ad Allegri nei momenti più duri di richiamare tutti alla concentrazione invocando tranquillità e sangue freddo, tante volte inquadrato dalle telecamere a bordo campo si riesce ad intravedere la parola calma uscire dalla sua bocca con annessa gestualità. E sebbene come lui stesso ha dichiarato in un intervista “dietro ai successi c'è anche una buona dose di cazzeggio”; durante ogni match sembra essere sempre in trance agonistica dalla quale non si riprende al fischio finale come testimoniano i suoi rientri nervosi negli spogliatoio, sintomo di chi non reputa scontata nessuna partita.

 

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