Il vice presidente dei nerazzurri intervistato dal ‘Corriere dello Sport’
INTER ZANETTI / “Lo scudetto? Ci sono squadre più attrezzate della nostra, ma per merito di Spalletti, dello staff, dell'area tecnica, di tutti i ragazzi, c'è oggi grandissimo entusiasmo. Vincere è difficile, ma oggi l'Inter sta dimostrando continuità. Abbiamo iniziato a mettere le basi per il futuro” così il vice presidente dell'Inter Javier Zanetti nell'intervista concessa al 'Corriere dello Sport'. Il grande ex capitano nerazzurro si racconta, ma parla soprattutto della nuova stagione: “Queste basi ci permetteranno in futuro di essere competitivi. Ora l'obiettivo primario è la Champions League, perché è una vetrina importante e ti fa crescere tantissimo”. Basi importanti, quindi, per riaprire un nuovo ciclo: “Ma ci vuole anche l'aiuto dei tifosi, dobbiamo tutti essere allineati per poter riportare l'Inter dove le compete”. Zanetti, poi, si sofferma anche sul suo passato: “Da bambino sono andato all'Independiente, la squadra per cui faccio il tifo in Argentina. Ho iniziato a giocare lì, ma dopo cinque anni mi hanno mandato via, perché non crescevo. A quattordici anni ho fatto un provino al Talleres e lì è iniziata la mia carriera”. Chi però ha contribuito al suo passaggio all'Inter? “Angelillo, Mazzola e Suarez. Avevo fatto solo due anni in Serie A argentina con il Banfield e avevo solo una presenza in nazionale. Non credevo che una grande squadra come l'Inter potesse essere interessata a me. Guardavo il calcio italiano in tv e una possibilità del genere avrebbe cambiato la mia vita per sempre”. Poi un excursus sugli allenatori e i compagni di squadra più importanti: “In Italia Gigi Simoni, ma mi sono trovato bene anche con Cuper e Mourinho. In Argentina Bielsa, per quello che sa insegnare in campo e fuori. Tantissimi invece sono stati i compagni di squadra. Da Cordoba a Zamorano, padrini dei miei figli, fino ai tanti argentini passati in nerazzurro”. Su Maradona: “Ha fatto vivere a tutti gli argentini emozioni fortissime. In campo era di un'intelligenza e un talento unici. Non sta però a me giudicare la sua vita fuori dal campo”. Su una mancata carriera da allenatore: “Bisogna sentirselo e io preferisco lavorare dietro le quinte, in silenzio. Ho un ruolo importante, mi piace operare sul sociale e lavoro per un calcio di questo tipo. L'Inter è all'avanguardia da questo punto di vista. Stiamo portando avanti il progetto Inter-community: la scorsa settimana abbiamo visitato i bimbi negli ospedali oncologici. Tutti dovremmo sentirci partecipi, fa parte della cultura Inter”. Chi può essere il nuovo Zanetti? “Mi piace molto Florenzi, per la professionalità e la passione. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e ho visto quanto è intelligente e determinato. Può essere importante non solo per la Roma, ma per tutto il calcio italiano”. Infine sui valori nel calcio: “Abbiamo grandissima responsabilità. Il calcio è uno strumento potentissimo e possiamo trasmettere valori civili e sportivi in maniera positiva: rispetto per gli altri e capacità di sacrificarsi”.




















