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Nel nome del padre: dinastie calcistiche a confronto

Giovani dal cognome importante che scelgono di seguire le orme paterne alcune volte cambiando ruolo di gioco

NOTIZIE GIOCATORI PADRE FIGLIO / Tante volte il mestiere del padre è diventato anche quello del figlio, ci sono generazioni di medici, architetti, ma anche avvocati che ne sono una palese testimonianza. Così come nella vita di tutti i giorni anche nel calcio il passaggio di testimone di padre in figlio è un ricorso storico che perdurerà nel tempo.
Avere lo stesso Dna non ha fatto certo diventare di riflesso questi giovani dei campioni anzi, il cognome che portano è risultato talvolta scomodo e troppo pesante da poterci convivere. Per molti figli d'arte invece è stato un incoraggiamento a dare di più e dimostrare il proprio valore a prescindere dal nome che li segue come un'eco.
In Serie A e all'estero sono stati tanti i figli d'arte che hanno seguito la carriera del padre, chi scegliendo di ripercorrere letteralmente le stesse orme, chi invece cambiando semplicemente ruolo e raggio di azione. In occasione dell'incontro scontro di sabato sera, tra la Roma di Di Francesco padre e il Bologna del figlio Federico, sono stati in tanti a fare un parallelismo tra i due. Entrambi infatti sono cresciuti come centrocampisti ma ad oggi il giovane talento del Bologna sta trovando spazio e consacrazione anche come attaccante sulla fascia sinistra. Ha le qualità per raggiungere alti livelli, maturando mentalmente oltre che fisicamente. Donadoni che ripone buon speranze in lui, si augura di vederlo affrontare la fase offensiva con meno frenesia, per il resto sono tutti pronti a vederlo spiccare il volo.
Giovanni Simeone e Federico Chiesa, hanno vissuto un'ottima stagione lo scorso anno dimostrando di saper gestire il cognome che portano. Dopo il calciomercato estivo si sono ritrovati a formare una coppia d'attacco che fa bene sperare tutti i tifosi della Fiorentina.
Il Cholito, alla sua seconda esperienza in Italia, si è presentato come attaccante da area di rigore che riesce a muoversi velocemente tra gli spazi. Potrà non aver scelto lo stesso ruolo del padre ma inevitabilmente nelle sue vene scorre la medesima grinta e personalità che hanno caratterizzato il Cholo giocatore e allenatore. È stato forse proprio questo lato del suo carattere ad avergli permesso di contrastare un inizio di stagione un po' altalenante ritrovando gol e serenità.

Dal Cholito a Marchegiani e Maldini: quanti figli d'arte nel calcio che conta

A Firenze il cognome Chiesa da sempre porta alla mente bei ricordi: quell'ormai lontano '99 in cui Enrico con le sue prestazioni e gol contribuiva alla vittoria della Coppa Italia. Ora tutti sperano di vedere crescere il figlio come una bandiera viola, sempre che future offerte non rovinino tutto. Federico ha giocato sia come ala destra attacco che centrocampista esterno, un po' come faceva il padre pur non essendo quello il suo ruolo naturale. Molti in questi anni hanno notato oltre ad una somiglianza fisica e anche una certa conformità di tiro ed esecuzione tra alcuni dei loro gol segnati. Nonostante la giovane età queste due promesse, stanno ricevendo attestati di stima dai compagni, e non solo, che vedono in loro grande umiltà e voglia di crescere per diventare il futuro della squadra. Tra questa sfilza di uomini di area d'attacco è da menzionare Gabriele Marchegiani della Spal, che come il papà Luca ha intrapreso la carriera di portiere. Non ha convinto nel settore giovanile della Roma nonostante buone prestazioni e una gara di ritorno degli ottavi di Youth League contro l'Ajax che lo ha visto come protagonista con due rigori parati. Diverso anche fisicamente, Gabriele è senz'altro più massiccio e come lui stesso ha dichiarato anni fa se la cava meglio tra i pali e al contrario del padre deve migliorare molto nelle uscite e nella lettura delle situazioni. Immancabili in questa lista di figli d'arte sono invece i tre eredi della famiglia Zidane: Enzo centrocampista, Luca portiere e Theo centrocampista offensivo. Tutti e tre hanno mosso i primi passi nei settori dei giovanissimi tra le file del Real Madrid. Quello che ha ricordato di più Zizou, sia per ruolo che per capacità tecniche è il piccolo della famiglia. In molti hanno visto in lui il talento che ha fatto reso famoso il padre ma starà a lui stesso, farlo crescere e maturare di pari passo con la fisicità per potersi consacrare davanti a tutto il mondo calcistico alla luce del cognome che porta.

Come non citare in fine la dinastia calcistica più famosa di sempre, I Maldini. Dopo nonno Cesare e papà Paolo, entrambi bandiere del Milan e della nazionale, ha trovato spazio nelle fila delle giovanili rossonere il 16enne Daniel Maldini. Ha scelto di non seguire le orme di famiglia che ne hanno fatto un marchio di fabbrica per anni, il giovane classe 2001 infatti è un attaccante. È stato schierato alcune volte come seconda punta o trequartista, con la maglia numero 10 sulle spalle ha già vinto il campionato italiano nella categoria Allievi. Un figlio d'arte in tutti i sensi.

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