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Serie A, da Cataldi a Locatelli: più aspettative che risultati

Sono tante le future promesse che faticano a spiccare il volo in questo inizio di stagione

GIOVANI CAMPIONATO SERIE A/ Molto spesso in Italia si è soliti lamentarsi dell'anzianità dei giocatori, soprattutto in relazione con altri campionati in cui i settori giovanili sfornano futuri campioni. Ma che succede se, quando hanno la possibilità, i futuri campioni non colgono la palla al balzo, in tutti i sensi? Dopo queste prime giornate di Serie A è quindi tempo di bilanci per quei giocatori della next generation che tutti si aspettavano di vedere ma che per vari motivi non convincono del tutto.,Alcuni di loro sono stati al centro della sessione estiva del calciomercato, presentati come importanti acquisti per il futuro, altri invece sono stati riconfermati dalle rispettive società con la speranza di poterli mettere al centro di una rinascita di squadra. La nuova gestione del Milan parte proprio da questo aspetto, puntare sui giovani, eppure se da un lato Cutrone convince, dall'altro Locatelli stecca.

 

Da Locatelli a Sadiq, le giovani delusioni della serie A

Manuel, classe '98, cresciuto tra le fila rossonere si è fatto ben notare nello scorso campionato, ricevendo anche molti complimenti da grandi campioni. L'inizio deludente del Milan non lo ha aiutato di certo, quando è stato schierato, più in Europa League (2 presenze nell'undici titolare) che in campionato (1 presenza, subentra sempre nei minuti finali), è sembrato sempre un po' in affanno e irruento, forse colpa della troppa foga e voglia di riscatto. Le qualità non gli mancano ma ha ancora bisogno di adattarsi e trovare affinità con i compagni di riparto. Sarà quindi dura per lui dimostrare di essere pronto, in questo momento delicato in cui Montella preferisce puntare sulla sicurezza dei “vecchi” e su altre certezze.

Discorso simile va fatto per il giovane nigeriano della Roma in prestito al Torino, Umar Sadiq. A Roma in molti puntavano su di lui compreso Walter Sabatini, allora direttore sportivo dei giallorossi, che nel 2015 ha rifiutato molte offerte ritenendole troppo basse. Non l'avrebbe mai venduto a meno di 20 milioni, a suo dire, e pensare che oggi invece il suo valore di marcato è crollato drasticamente (5 milioni). Subentrato nella rosa dei titolari dopo l'infortunio di Belotti, non è stato risparmiato dalle critiche, ritenuto sempre troppo poco concreto e confusionario, del tutto acerbo rispetto all'attaccante italiano. Sadiq però, per il momento, può dormire sonni quasi tranquilli perché se da un lato in molti si chiedono dove siano finite la sua tecnica e capacità realizzativa,dall'altro il suo allenatore, Mihajlovic, gli concede margini di miglioramento essendo ancora solo all'inizio.

Danilo Cataldi, classe '94, invece sembrava essere una meteora in ascesa, soprattutto nell'ambiente laziale, per la sua duttilità, ha ricoperto tutti i ruoli possibili del centrocampo. È stato anche il più giovane calciatore ad aver indossato la fascia da capitano nella Lazio (9 marzo 2015) ma qualcosa deve essere andato storto anche nel rapporto con lo stesso Inzaghi. Danilo infatti è stato mandato in prestito prima al Genoa e ora al Benevento e oggi seppure stia giocando sempre dall'inizio del campionato non riesce ad essere incisivo ed emergere come si credeva.

Bernardeschi stenta ancora con la Juve: questione di tempo?

Per molti di questi giovani la continuità però è importante, se non necessaria per portare avanti un certo tipo di maturazione calcistica. Federico Bernardeschi, '94, lo sa bene, l'unica volta che è partito titolare nella Juventus in questa stagione, ha anche segnato. Le basi per far bene le ha ma non riesce a dare il massimo e trovare spazio. Dovrà quindi sgomitare parecchio, anche in quei pochi minuti finali in cui viene schierato da Allegri, per dimostrare che puntare su di lui non è stato un errore ma una certezza. Una menzione positiva invece la meritano Babacar e Rugani, rispettivamente classe '93 e '94, quasi caduti nel dimenticatoio nelle ultime uscite, ma che con grande determinazione hanno risposto presenti alla possibilità concessagli dagli allenatori.

Il primo è sempre subentrato dalla panchina, ad esclusione di tre partite in cui non è stato proprio schierato, il secondo dopo le prime cinque da titolare è andato a sedersi per tre match di fila, cinque se si considera anche la Champions League. Ieri infatti hanno convinto con prestazione che vanno oltre la sufficienza, lasciando da parte le critiche ricevute e rispondendo sul campo. Entrambi in rete, il senegalese ha conquistato un rigore mentre il difensore italiano si è vestito da assistman per il quarto gol bianconero. Sia Pioli che Allegri, non hanno alimentato un caso per esclusioni di questi due giovani anzi li hanno sempre spinti a dare di più affinché possano fare tesoro di certi errori fisici ed anche mentali per proseguire senza freni il cammino in campionato.

 

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