L’attaccante siriano ha trascinato l’Al Hilal in finale di Champions asiatica
KHARBIN AL HILAL / L'Al Hilal è entrato nella storia. Ma la missione non è ancora compiuta. Eliminando gli iraniani del Persepolis in semifinale, la formazione dell'Arabia Saudita ha centrato l'ingresso nella finale della Champions League asiatica per la sesta volta: nessuno ci era mai riuscito prima. La formazione allenata dall'ex interista Ramon Angel Diaz, però, è chiamata adesso a completare l'opera nella doppia finale del mese prossimo contro i giapponesi dell'Urawa Red Diamonds per laurearsi campioni continentali per la terza volta nella loro storia (a 17 anni dall'ultimo trionfo nel 2000, ndr) e raggiungere i sudcoreani del Pohang Steelers in cima all'albo d'oro dei successi.
GOLEADOR E TRASCINATORE – A guidare i sauditi alla finale ci ha pensato Omar Kharbin. Il 23enne eclettico attaccante siriano, che può agire sia da ala che da prima o seconda punta, è il capocannoniere della manifestazione con 9 reti alla pari del brasiliano Hulk (che però non potrà migliorare il suo bottino dopo l'eliminazione dello Shanghai SIPG) e merita la palma di craque del momento. Il numero 77 dell'Al Hilal ha trascinato i suoi in finale praticamente da solo: nel doppio confronto con il Persepolis, infatti, ha prima messo a segno una tripletta nel 4-0 della gara di andata, poi ha siglato una doppietta nel 2-2 del ritorno. Un autentico incubo per la difesa iraniana!
Al Hilal, Kharbin: da un Mondiale all'altro
Sfumato il sogno di portare la Siria ai Mondiali nello spareggio con l'Australia, Kharbin adesso ha una seconda chance. Qualora infatti dovesse vincere la Champions asiatica con il suo Al Hilal, andrebbe a giocare il Mondiale per Club a dicembre. E lì, contro avversari del calibro del Real Madrid, potrà mettersi in mostra a livello internazionale e sperare di coronare un altro sogno: quella di una chiamata dall'Europa nella prossima sessione di calciomercato.




















