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Inter-Milan, da Icardi a Vecino e Candreva: scacco matto in tre mosse

Spalletti si è aggiudicato il derby contro Montella, ecco le mosse vincenti

INTER MILAN SPALLETTI / Le news Inter dal day after derby regalano sorrisi e un'euforia quasi fuori dal comune per i tifosi nerazzurri e per mister Spalletti, agguantato due volte dal Milan nella ripresa ma rimessosi nella corsia di sorpasso proprio al fotofinish grazie al rigore del suo bomber Icardi. La tripletta di Maurito è un chiaro segnale alle avversarie ma anche alle prime critiche che gli stavano piovendo addosso: l'argentino c'è se servito a dovere, ma è altrettanto vero che ieri ha dato un grosso supporto alla squadra anche in fase difensiva, visto che il suo secondo gol è scaturito proprio da un suo recupero ai danni di Biglia. Come nella gara contro la Juventus di un anno fa a 'San Siro', forse meno evidente sul piano del gioco ma decisamente più letale in zona gol, Icardi ha sfornato una prestazione di spessore che lo rilancia anche in ottica classifica capocannonieri.

Inter-Milan, l'analisi tattica

La sorpresa del derby è rappresentata da Vecino trequartista: l'uruguaiano arrivato dalla Fiorentina nella sessione estiva di calciomercato è stato un po' fuori dal gioco nella prima frazione, ma determinante nella ripresa quando le due squadre si sono allungate. L'equilibrio dato anche dalla cerniera Borja Valero-Gagliardini ha permesso di mantenere l'Inter nel vivo del gioco e al tempo stesso di reggere la pressione rossonera nella ripresa, quando sono saliti in cattedra Suso e Bonaventura e quando Cutrone ha creato quel movimento che ha dato grattacapi a Skriniar e Miranda. Com'era prevedibile, il gioco milanista si è concentrato inizialmente al centro in virtù del pressing dei due mediani, che una volta recuperata palla hanno cercato la superiorità numerica per andare a fare male e prendere d'infilata i due centrali difensivi nerazzurri. Di contro, tenendo conto della ballerina difesa a 3 e del passo differente con gli esterni, Spalletti ha pensato bene di puntare tutto su Perisic e Candreva, probabilmente non tendendo conto del fatto che l'italiano sarebbe stato l'uomo della svolta: accelerazioni, tocchi felpati, gioco pulito ed ordinato anche negli scambi, l'ex Lazio è stato determinante per annullare Rodriguez e per dare ad Icardi (ma anche a Vecino) alcuni palloni sanguinosi che sono stati trasformati in rete dal'argentino, quasi dall'uruguaiano. Un po' avulso dal gioco Perisic, che poi si è acceso con l'assist del 2-1.

Montella, che ha capito di dover dare una scossa ad una squadra bloccata tatticamente, ha inserito la variabile impazzita Cutrone che ha dato vivacità all'attacco ma soprattutto ha lasciato libero Suso, il quale svariando sulla trequarti non ha più dato quel punto di riferimento centrale che lo stava limitando nei primi 45'. Il limite dell'Inter è stato proprio questo: calo d'intensità e di conseguenza ritardo nel pressing, che unito alla ferocia degli avversari ha portato alla sofferenza per lunghi tratti della ripresa. Ciò non toglie che la crescita nerazzurra sia ormai esposta a 360 gradi: segnare nel momento migliore dell'avversario è da grande squadra, ed esserci riusciti in un momento topico della stessa gara lo è ancora di più. Cuore, voglia, determinazione e unità d'intenti: come per magia, in quel momento c'è stato tutto ciò che è mancato l'anno scorso.

Stefano Migheli

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