Le polemiche non spariranno mai dal mondo del calcio ma la tecnologia dimostra la propria efficacia
SERIE A VAR / Se qualcuno riteneva che davvero che il Var avesse placato ogni polemica, spegnendo la fiamma del calcio, che risiede anche nelle discussioni e nei confronti tra tifosi, è evidente come si sbagliasse di grosso. Il Var ha però il merito di placare, al di là di un iniziale momento di stupore e rabbia, gli animi in campo. Il fatto che il direttore di gara abbia la forza di dire d'aver visto e rivisto un'azione, prima di prendere tale decisione, ha portato alla quasi scomparsa dei famosi 'capannelli'. L'arbitro ha un mezzo in più di valutazione, con i calciatori che protesterebbero sulla base di informazioni decisamente minori.
La sperimentazione italiana ha avuto inizio con l'obiettivo d'ottenere anche solo una correzione in campo, che avrebbe generato uno stato delle cose di certo migliore rispetto a quello precedente. La realtà però è differente, dal momento che in sole 7 giornate di campionato, al netto di qualche polemica tra i tecnici nel post gara, le correzioni esatte del Var sono state ben diciotto. Tutte chiamate che, senza la tecnologia, avrebbero portato a una classifica differente di serie A. Da Maresca a Damato, dalla Juventus alla Juventus. La prima correzione è avvenuta nella sfida contro il Cagliari, con il rigore concesso dopo aver rivisto il fallo di Alex Sandro su Cop. L'ultimo caso invece è il gol annullato a Mandzukic, dato il fallo precedente su Gomez.
Il dato sul quale si concentra l'edizione odierna del 'Corriere dello Sport' è che mai, dopo 7 giornate (manca ancora la sfida tra Sampdoria e Roma), erano stati concessi 30 calci di rigore. Furono 20 lo scorso anno, 18 quello prima, 22 quello precedente. Al netto di 18 chiamate positive, vanno registrati cinque errori. In Genoa-Juventus viene concesso rigore, senza valutare il fuorigioco di Galabinov. In Roma-Inter c'era fallo di Skriniar su Perotti. In Fiorentina-Atalanta c'è una trattenuta di Spinazzola su Astori, ammessa anche da Rizzoli, mentre Berisha aggancia Gil Dias in area di rigore. Il quarto errore è il più recente, avvenuto nel finale di Torino-Verona. Cerci calcia e la palla, deviata da Kean, va in rete. Il giovane di proprietà della Juventus però è in netto fuorigioco. Il Var analizza il tutto e concede la rete, dal momento che la linea del fuorigioco viene tracciata male. Tra chi parla di perdite di tempo e chi di emozioni, il Var continua il proprio lavoro e, se le statistiche dovessero essere così positive fino al termine della stagione, al netto di qualche miglioria, non si potrebbe negare l'effetto benefico di tale sperimentazione.




















