Il presidente Figc favorevole ad una riduzione del numero di club partecipanti al massimo campionato: chi ci guadagnerebbe?
SERIE A RIDUZIONE NUMERO SQUADRE / Troppe venti squadre per la Serie A, tante anche le ventidue presenti in Serie B: da più parti si alzano critiche nei confronti dell'attuale format dei campionati di calcio professionistici. La volontà di ridurre il numero di squadre affermata anche oggi da Tavecchio, si scontra però con le esigenze delle 'piccole' società di mantenere lo status quo per aver maggiori possibilità di accedere alla torta dei diritti tv e al prestigio di partecipare alla Serie A. Favole come quella del Crotone lo scorso anno, di Benevento e Spal di quest'anno, ma anche di una piazza ormai diventata storica con il Chievo, sono state possibili grazie anche al campionato allargato a venti squadre. Ma ci sono anche evidenti limiti: poca competitività, squadre che a metà stagione o giù di lì non hanno più nulla da chiedere al campionato con inevitabili ripercussioni anche sui risultati di chi è in lotta per qualche traguardo.
Ecco allora che l'auspicata riduzione del numero di squadre in Serie A potrebbe essere la soluzione per ridare nuova linfa al massimo campionato. Calciomercato.it ha provato a delineare quale sarebbe lo scenario in caso di un campionato a 18 o a 16 squadre, con i pro e i contro di un nuovo format.
Serie A a 18 o 16 squadre: vantaggi e svantaggi
Una Serie A a 18 o addirittura a 16 squadra porterebbe sicuramente dei vantaggi dal punto di vista della competitività. Al massimo campionato accederebbero squadre in grado di reggere il confronto con le grandi. Inoltre acquisterebbe importanza ogni singola partita: 3 punti su 90 (con 30 partite ad anno) sono cosa ben diversa dagli attuali 3 su 114. Inoltre ben difficilmente la stagione potrebbe finire prima per squadre squadra: tutte dovranno lottare fino all'ultima giornata o giù di lì. Questo significherebbe anche mantenere intatto il valore del campionato per quanto riguarda i diritti tv: meno squadre, meno partite, ma non meno soldi, visto che ogni gara avrebbe un valore molto più alto (soprattutto con una Serie A a 16 squadre) e ci sarebbero meno partite 'cuscinetto'. Vantaggi anche dal punto di vista tecnico: meno squadre, significa anche addio ad esempio ai turni infrasettimanali e quindi tecnici contenti di poter dedicare più tempo agli allenamenti e meno alle gare.
Ma non è tutto ora quello che luccica. Come già detto, una Serie A con meno squadre significa anche togliere la parte di favola che è rimasta ancora oggi nel calcio. Per le piccole piazze sognare lo scontro con la Juventus o un'altra grande sarebbe molto più difficile. Da considerare poi anche l'aspetto economico: retrocedere sarebbe più facile e richiederebbe un paracadute gestito in maniera diversa. Senza considerare il rischio che qualche medio-grande possa incappare in una stagione no e finire diritto nell'inferno delle serie inferiore, dove risalire sarebbe molto complicato.




















