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Serie A, Dybala traccia la strada: le seconde punte diventano bomber

Dalla Joya a Callejon, passando per Perisic e Ljajic: è la loro rivincita. Mai così determinanti

SERIE A SECONDE PUNTE BOMBER / E chi l’ha detto che i grandi bomber sono solo gli arieti? Le evoluzioni tecnico-tattiche dei vecchi e cari Oliver Bierhoff e Kennet Andersson oggi si chiamano Icardi, Dzeko o Higuain, e sono più propensi al sacrificio nonché al gioco di squadra, pur senza rinunciare ai gol certo, ma lasciando gran parte del palcoscenico a esterni d’attacco e seconde punte. Il calcio è in continua mutazione? Merito anche loro. Posti a sinistra o a destra di tridenti offensivi, oppure alle spalle del bomber prediletto poco cambia: l’obiettivo è segnare. L’assistenza da umile gregario? Non solo, adesso c'è dell'altro. Ecco chi sono quelli da tenere d'occhio secondo noi di Calciomercato.it.

Serie A, da Perisic a Dybala: 'seconde punte' con il vizio del gol

Lo hanno predetto Insigne, il Papu Gomez, Keita Baldé e Salah durante la scorsa stagione del campionato di Serie A. Lo ribadiscono con forza Dybala, Ljajic, Perisic, Chiesa e Callejon in quella attuale. Tutti giocatori duttili e di sconfinata tecnica, che hanno fatto delle loro caratteristiche punti di forza anche sotto porta. In genere piccoli, agili e veloci, rendono uno come Perisic una piacevole eccezione, che l’Inter ha saputo trattenere nonostante la spietata corte del Manchester United in estate. Ad aver dato ragione alla società di c.so Vittorio Emanuele II sono i numeri dello spilungone croato: tiri al volo e cross taglienti che hanno sciorinato tre gol e tre assist nelle prime sei giornate di campionato, determinanti per il terzo posto nerazzurro.

Lo scettro da mattatore incontrastato però spetta alla Joya, la vera sorpresa di questo inizio di campionato. E chi se lo aspettava? Le prestazioni di Dybala hanno gettato nell'ombra persino una figura ingombrante in zona gol come quella di Higuain, non a caso rimasto fermo a due sole marcature. La Joya invece si è superata, collezionando addirittura dieci gol in sei presenze. Mai un avvio così protuberante per lui, che lo ha costretto a gettare la maschera, anzi la Dybala-mask, per diventare il leader incontrastato dei bianconeri e lanciare un guanto di sfida a Messi e Falcao per la corsa alla Scarpa d’Oro. Che sia l’effetto della maglia numero 10? Chissà. Intanto Dybala sembra inarrestabile, al punto che Allegri (e i fantacalcisti che hanno puntato su di lui) se lo godono fra mille sorrisi.

Serie A, da Chiesa a Callejon: la rivincita delle seconde punte

L'altra parte di Torino invece risponde con Adem Ljajic, per la verità spento e nervoso in occasione del derby della Mole, ma sicuramente protagonista di una partenza a ritmi elevatissimi, come testimoniano i tre gol e due assist messi a segno. Il talento serbo, famoso per i suoi periodi di forma altalenanti, in verità dalla scorsa stagione sembra aver cambiato rotta, soprattutto da quando Mihajlovic ha pensato di trovargli una nuova sistemazione, posizionandolo a ridosso di Belotti anziché come esterno d’attacco. E a beneficiarne è stata la sua pericolosità in zona gol e la sua incisività nella manovra offensiva, che adesso lo vede sempre al centro dell’attenzione. Se si considerano anche gli assist vincenti, e pesantissimi come quello per Iago Falque al Vigorito di Benevento, ad oggi Ljajic ha addirittura fatto meglio del gallo Belotti.

C’è spazio (eccome) anche per Federico Chiesa, figlio d’arte già apprezzato lo scorso anno ma oscurato dall’esplosione di Bernardeschi. Anche lui come Ljajic sta facendo meglio della prima punta Simeone, al quale forse sono state attribuite troppe aspettative. Dopo la seconda parte della scorsa stagione, infatti, in molti si aspettavano il pronto riscatto del Cholito, invece ad imporsi è stato proprio il figlio di Enrico con la collaborazione dell’affidabilissimo Cyril Thereau. I due hanno portato alla Fiorentina cinque reti, firmando oltre la metà delle marcature messe a segno dalla squadra viola.

Tuttavia, a proposito di affidabilità,  una menzione speciale la merita un duo che già l’anno scorso aveva dato enormi soddisfazioni ad allenatore e tifosi: Callejon-Insigne. Escludendo Mertens, ormai a tutti gli effetti una prima punta, lo scugnizzo partenopeo e l’esterno spagnolo si sono dimostrati imprescindibili per le alchimie tattiche della squadra di Sarri. Un esempio? Le classica giocata diventata famosa al grande pubblico dopo il gol di Callejon allo Juventus Stadium, ora rinominato Allianz, durante la scorsa stagione. Insigne vede lo scatto del compagno e lo serve con un lancio di precisione chirurgica che scavalca la difesa avversaria. Il resto diventa un grido d’esultanza del pubblico azzurro sugli spalti, come in occasione della recente trasferta al Dall'Ara in questo avvio di stagione. Quattro gol e due assist Callejon, il contrario per Insigne. Morale della favola? Due giocatori devastanti. Con licenza di essere chiamati bomber.

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