Il presidente biancoceleste si racconta al ‘Corriere della Sera’
LAZIO LOTITO SIMONE INZAGHI KEITA / La vittoria in Supercoppa italiana contro la Juventus e poi l'impresa contro il Milan. E' stato un ottimo avvio di stagione per la Lazio di Simone Inzaghi e il presidente biancoceleste Lotito è felice, ma per adesso non fa voli pindarici. “Ho una visione pratica e non onirica – ha spiegato in un'intervista al 'Corriere della Sera' – Manteniamo i piedi per terra. Dobbiamo fare come Fantomas, restare nascosti e uscire fuori al momento opportuno. 'Ora et labora', come dico sempre. Io lavoro 20 ore al giorno per la Lazio, non percependo un euro. Esistono i manager e i 'mangianers', che pensano soltanto al loro lucro personale, ma Lotito da' fastidio perché è autonomo e indipendente”.
Lazio, Lotito: “Sapevo che Inzaghi avrebbe fatto bene”
Come già fatto da Inzaghi, Lotito rivendica i meriti della Lazio domenica contro il Milan. “Si è parlato solo del loro crollo e non della nostra impresa. Ma va bene così, i titoli non si vincono stando sui giornali. Inzaghi si lamentò con me quest'estate perché la 'Gazzetta' non ci aveva inserito nemmeno nelle prime dieci posizioni, ma gli dissi di stare tranquillo: meglio essere sottovalutati. E' un allenatore di grande qualità, sapevo che avrebbe ottenuto dei risultati”. In chiave di calciomercato, sono tre in particolare i colpi di cui Lotito va fiero: “Luis Alberto nessuno lo conosceva. Sono contento di aver puntato su Immobile quando in pochi credevano in lui, e adesso guardate quanto vale. Per non parlare di Milinkovic-Savic, ha solo 22 anni ma tra pochissimo diventerà un fenomeno”. Altro retroscena sulla vicenda Keita: “Dissi ad Inzaghi di decidere in autonomia, fu lui a chiamarmi e a dirmi che voleva lasciarlo fuori dalla Supercoppa perché non lo vedeva in trance agonistica. Non ci fu alcuna intromissione da parte mia”.




















