Le cause del crollo ‘Orange’ e da dove bisogna ripartire
QUALIFICAZIONI MONDIALI OLANDA / C’erano una volta, fino a non molto tempo fa, undici giocatori, vestiti d’arancione, pronti a dare spettacolo su un campo da calcio. Univano tecnica e cinismo, con un gioco divertente e votato all’attacco. Sono passati solo tre anni dal terzo posto nella Coppa del Mondo del 2014, ma quell’Olanda sembra ormai un lontano ricordo. Da allora per gli 'Orange' il calcio ha rappresentato solo delusioni, a cominciare dal percorso di qualificazione ad Euro 2016, dove è stato persino mancato l’accesso ai playoff in un girone con Islanda, Turchia e Repubblica Ceca. E anche nelle qualificazioni del Mondiale 2018 la situazione non è positiva. Sicuramente il valore delle avversarie è più elevato, vista la presenza di Svezia e Francia, ma pensare ad una Coppa del Mondo senza gli arancioni risulta davvero difficile. L’ultima mancata partecipazione al Mondiale risale al 2002. Era l’Olanda di Davids e Seedorf, di Van Der Sar e Kluivert, di Stam e Van Nistelrooy e con loro Cocu, Overmars e tanti altri campioni. Una squadra fortissima, che probabilmente oggi arriverebbe senza problemi in finale e che non ha nulla a che vedere con la nazionale di oggi. L’eliminazione del 2002 era stata clamorosa e inspiegabile. In questo caso invece le cause della mancata qualificazione sono parecchie.
Olanda, manca il ricambio generazionale
Tra le principali cause del crollo olandese, c'è innanzitutto un mancato ricambio generazionale. Sono pochissimi infatti i giocatori che sono nati tra il 1985 e il 1990, di età quindi compresa tra i 27 e i 32 anni, che sono nel giro della nazionale. Se a centrocampo un ricambio si è verificato, con Strootman e Wijnaldum che hanno ereditato i ruoli che erano dei vari De Jong e Van der Vaart, nelle altre posizioni la situazione è meno florida, soprattutto in attacco. L’Olanda di oggi è ancora troppo dipendente dalle giocate di fuoriclasse come Robben e Sneijder e davanti, per le ultime gare contro Francia e Bulgaria, è stato addirittura richiamato Van Persie. La mancanza di uomini di esperienza si è fatta sentire soprattutto in difesa. Van Gaal aveva perfettamente indovinato la scelta di giocare con De Vrij e Martins Indi in Brasile, a fianco di Vlaar al centro della difesa. Il problema è che nessuno dei due ex Feyenoord è riuscito a subentrare all’attuale giocatore dell’Az Alkmaar nel ruolo di leader difensivo. Inoltre i due sono rientrati da poco nel giro della nazionale, vuoi per infortuni o per scelte tecniche. Troppo spesso poi ci si è affidati a giocatori giovani e troppo poco esperti, vedi il promettente De Ligt lanciato allo sbaraglio nella gara contro la Bulgaria in queste qualificazioni e protagonista in negativo della sconfitta olandese.
Federcalcio olandese: sbagliata la scelta dei ct
Oltre ad un mancato ricambio generazionale, anche la stessa federazione ha le sue colpe. La scelta di Hiddink, subentrato a Van Gaal nel 2015, non ha portato buoni frutti, ma il fatto di sostituirlo con un tecnico senza esperienza come Blind è stata una mossa praticamente suicida. Solo a maggio è stato cambiato il ct, con Advocaat chiamato in panchina. Una mossa, forse, troppo tardiva. I tecnici che si sono susseguiti hanno poi fatto ruotare troppi giocatori, senza costruire un solido ‘undici’ a cui affidarsi. In questi ultimi mesi Advocaat ha richiamato addirittura vecchi esuberi come Elia e Babel, da anni ormai fuori dal giro della nazionale, ennesimo segno del mancato ricambio generazionale. Troppi poi i giovani di belle speranze che non hanno mantenuto le aspettative e si sono rivelate semplicemente delle eterne promesse. Gli stessi Babel ed Elia ne sono un classico esempio. Con loro anche Dost, centravanti che non ha mai fatto la differenza quando conta. Oppure le mancate esplosioni dei vari Van Ginkel, Clasie, Narsingh, Fer, ma anche Promes, Willems e Janssen, giocatori che non sembrano essere in grado di fare la differenza.
Olanda, da Strootman a De Vrij: ecco da chi ripartire
Da chi ripartire allora? Innanzitutto dal duo di centrocampo Strootman-Wijnaldum. Da loro gli ‘Orange’ possono senz’altro sperare di rinascere e costruire attorno una solida base. Al loro fianco, a centrocampo, potranno crescere bene giocatori come Propper, Klaassen e i più giovani Vilhena e Van de Beek. In difesa innanzitutto c’è da costruire su Blind e De Vrij, che ha dimostrato di essere uno dei migliori difensori della Serie A. Al loro fianco possono esserci Veltman dell’Ajax, l’ex laziale Hoedt, Bruma del Wolfsburg e soprattutto Van Dijk, che ha fatto vedere di essere uno dei difensori più interessanti della Premier League. Al loro fianco possono crescere bene i giovanissimi Fosu-Mensah e De Ligt. Davanti invece iniziano ad esserci già più ombre. Dost non si è rivelato all’altezza, mentre Janssen sembra non essere quel centravanti che tutti pensavano e anche sulle ali (da sempre punto di forza olandese), la situazione non appare positiva. La speranza maggiore è recuperare Depay, altrimenti il futuro degli arancioni sarà sempre più nero.




















