Atalanta
Bologna
Cagliari
Como
Fiorentina
Genoa
Inter
Lazio
Lecce
Milan
Napoli
Parma
Roma
Torino
Udinese
Verona

Torino, Sirigu: “Squadra perfetta per me”

Il portiere ha parlato anche dei momenti difficili vissuti negli ultimi anni

TORINO SIRIGU / Salvatore Sirigu pronto a iniziare la nuova avventura con la maglia del Torino. Il portiere si è raccontato in una lunga intervista: “Tradito dal Psg? No, è una parola inadatta. Ma mi sarei aspettato più rispetto – spiega alla 'Gazzetta dello Sport' – Persone con le quali ero abituato a parlare hanno smesso di rispondermi al telefono. Ero il titolare inamovibile e mi sono trovato terzo portiere. Senza un motivo tecnico, senza niente, senza nessuno che mi desse spiegazioni, e io sentivo quel posto mio di diritto, perché me l’ero conquistato. Quando sono andato a Siviglia, partire in quel modo mi ha tramortito. Ma non rimpiango niente, è stata una bella esperienza, a Parigi ho avuto e dato tanto. E ora c’è il Toro, che mi ha voluto fortemente. L’ho scelto per questo, al di là della storia e del valore del club. Essere apprezzati è la cosa più importante”.

IL TORINO – “L’ultimo dei miei problemi è giocare le coppe. Spero che arriveranno con il Torino, è un percorso che possiamo fare insieme. Il progetto è partito da anni, la società ha voglia di affermarsi, lotta sempre per questo. E poi c’è la riapertura del Fila: le strutture sono lo specchio di un club e il Toro ha voglia di tornare in alto. Anch’io ho questa voglia di rivalsa, di ricostruzione. Il Toro è perfetto per me”.

LA NAZIONALE – “Ne parlano tutti, ci pensano tutti, perché non dovrei pensarci io? Con Prandelli e Conte sono stato convocato sempre, per sei anni. Paura dei ragazzini terribili? Era complicato anche prima con Marchetti, De Sanctis. Ma appunto, tutto può succedere”.

VERRATTI – “Un consiglio? E' una decisione che deve essere sua, dipende da quello che vuole fare veramente. Se è sicuro di non voler più restare perché non ha le motivazioni giuste, i dirigenti devono tener conto di questo. Esistono pochi giocatori insostituibili, e Marco lo è, oltre a essere un patrimonio del calcio. E tenerlo senza motivazioni intatte sarebbe come uccidere il calcio”.

Gestione cookie