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Benevento, la prima in Serie A fra record e maledizioni

Prima assoluta per i campani in massima serie: ripercorriamo la storia recente del club

BENEVENTO IN SERIE A / Una magia. Anzi, una stregoneria. Il Benevento ha aspettato quasi 90 anni per assaggiare la Serie A, ma l'ha fatto in un modo speciale, che più speciale non si può. Ovvero battendo un record davvero niente male: è la prima volta, infatti, che una squadra esordiente in Serie B trova subito la promozione in A. In realtà sarebbe la seconda, perché la prima volta spetta alla Juventus nel 2006, ma la compagnia in questo record è discretamente nobile. Di sicuro il Benevento è la prima squadra a salire dalla Lega Pro, a giocare il suo primo anno di Serie B e ad andare direttamente in A. Un'idiosincrasia con la serie cadetta che fa parte un po' della storia di questo club storico e piuttosto rocambolesco, nelle sue vicissitudini. 

Il Benevento in Serie A: la festa degli 'stregoni' e la 'maledizione Play-Off' 

E' curioso che il Benevento sia riuscito a superare la montagna dei playoff per salire in A: se analizziamo le news Benevento del passato, i giallorossi campani erano proprio l'ultima squadra su cui avreste dovuto puntare. Negli scorsi anni, infatti, gli 'stregoni' (questo il soprannome – per ovvi motivi – dei campani) hanno sfiorato a più riprese la promozione in Serie B, ma sono sempre stati eliminati proprio nella lotteria degli spareggi. Negli anni '90 ci vollero tre finali consecutive perse prima di trovare la promozione in C1, nelle ultime stagioni invece la situazione si è ripetuta più volte in Lega Pro, specialmente da quando al timone c'è la famiglia Vigorito, gruppo societario stabile e lungimirante che da una vita porta avanti un progetto pluriennale fatto di piccoli passi e poca schizofrenia. In totale, prima dell'exploit di ieri sera, erano state 12 le partecipazioni ai playoff, con ben 11 sconfitte. Ma Baroni e i suoi hanno scelto proprio il momento giusto per sovvertire pronostici e cabala. Nel segno di Ciro Vigorito, ex amministratore delegato e fratello del presidente Oreste, che è scomparso nel 2010 e a cui è stato intitolato lo stadio. Un campionato sopra le righe, con un calo vistoso a fine febbraio ma una presenza stabile fra le prime della classe. Chiusura al quinto posto ma pronostici sovvertiti col Perugia (quarto) in semifinale. Poi il Carpi, e il resto è solo festa. Ieri la cittadina campana è esplosa per sfogare un'attesa lunga 90 anni: il giallo e il rosso i colori dominanti, i tanti attestati di stima e lo slogan 'Benvenuto Benevento' che trova proseliti anche a Napoli. E questa è un'altra, ottima notizia: i rapporti con il capoluogo sembrano ottimi, al contrario di quanto accade – ad entrambe – con Salernitana e Avellino. Una simpatia che potrebbe portare a qualche incrocio interessante di calciomercato (Ciciretti e qualche prestito dagli azzurri) ma soprattutto ad un derby finalmente senza tensioni. Sarebbe il modo più bello per onorare la memoria di un indimenticato campione che ha lasciato un segno indelebile nei cuori di entrambe le tifoserie: Carmelo Imbriani, scomparso nel 2013 a soli 37 anni. Lo straordinario trionfo di ieri sera è dedicato anche e soprattutto a lui. 

Antonio Papa

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