Pesanti le dichiarazioni rilasciate ieri dal Ds nerazzurro: la sua avventura sembra giunta al capolinea
CALCIOMERCATO INTER AUSILIO / Probabilmente ieri all'Università degli Studi di Milano Piero Ausilio ha voluto 'imitare' Marcello Lippi, il quale nell'ottobre 2000 – dopo la sconfitta contro la Reggina alla prima giornata di campionato – tuonò così in conferenza stampa: “Se fossi il presidente manderei via subito l'allenatore, poi chiamerei i giocatori e li attaccherei tutti al muro e gli darei dei calci nel sedere a tutti…“. Parole rimaste alla storia del calcio, e che furono un 'invito' a Moratti all'esonero. Che avvenne esattamente due giorni più tardi. Quelle del Ds dell'Inter sembrano avere lo stesso intento. Forse sente che la sua avventura interista è giunta al capolinea. L'arrivo di Walter Sabatini, peraltro atteso oggi a Milano, a capo dell'area tecnica dei nerazzurri e del Jiangsu, solo qualche settimana più tardi l'ufficialità del suo rinnovo fino al 2020 con tanto di aumento di stipendio a 2 milioni, limita ulteriormente il suo raggio d'azione sul calciomercato.
Quello che è accaduto l'estate scorsa, che lui stesso ha fatto intendere di essere stata la causa della fallimentare stagione, sta a dimostrarlo: nelle decisioni più importanti Ausilio è stato sempre scavalcato da Thohir, il Presidente a distanza, e soprattutto da Kia Joorabchian, 'consigliere' sportivo della famiglia Zhang e di fatto dirigente extra-organigramma del club di corso Vittorio Emanuele. E' stato l'anglo-iraniano a far spendere 45 milioni di euro per Joao Mario, del quale non solo era l'agente ma anche il proprietario in parte del cartellino, e a indirizzare l'acquisto di Gabigol – per quasi 30 milioni di euro – gestito dal suo collega d'affari Bertolucci. Il brasiliano si è poi rivelato un grande flop che nessuno voleva: dall'allora allenatore de Boer, scelto dall'indonesiano, fino allo stesso Ausilio, che infatti ha ironizzato sul suo arrivo facendo capire che dietro all'operazione ci sono stati anzitutto interessi economici: “Bisogna rischiare anche prendendo calciatori giovani. Gabigol? No, quello è qualcosa di diverso, ma non posso spiegarlo…“, le sue parole a riguardo con sorriso finale.
Calciomercato Inter, da Dodò a Perisic: flop e top dell'era Ausilio
Ausilio è all'Inter da una vita, ma è dall'inizio del 2014 (quando Thohir allontanò Branca) che lavora come principale responsabile dell'area tecnica. In questi tre anni ha sempre avuto poca autonomia (sugli allenatori è stato 'ascoltato' solo su Pioli) e scarsa protezione dalla proprietà – che lo ha spesso mandato allo sbaraglio non affiancandogli un Direttore generale autorevole e con competenze calcistiche – dimostrando al contempo poca personalità e scarso livello comunicativo. Tanti gli errori commessi in sede di calciomercato Inter, dove ha potuto comunque spendere ben poco fino a un anno fa: da Dodò a M'Vila, da Belfodil a Taider e Hernanes, passando per Shaqiri, Podolski e Kondogbia (su quest'ultimi tre mal consigliato da Mancini). Tante, però, anche le buone e ottime operazioni: da Icardi a Murillo (almeno nella prima stagione), da Brozovic a Perisic (per i due croati ben consigliato da Mancini) fino a Banega, ovvero cinque giocatori pagati poco o niente come l'argentino e che adesso potrebbero permettere a Suning incassi e plusvalenze importanti.




















