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Milan, che fine ha fatto Coloccini? Bene solo lontano da Milanello

Il difensore argentino si espresso positivamente solo altrove

MILAN COLOCCINI / Nei 31 anni di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani al Milan sono sbarcati a Milanello tantissimi giocatori. Ci sono quelli che hanno fatto la fortuna del club, risultando importanti per le vittorie nazionali e internazionali. Ci sono quelli che hanno fatto flop, nonostante un impiego abbastanza sostanzioso. E infine ci sono pure coloro che hanno indossato la maglia rossonera in un numero limitatissimo di partite, senza lasciare alcun tipo di traccia. In quest'ultima categoria possiamo metterci Fabricio Coloccini: 5 presenze totali (1 in campionato, 1 in Champions League e 3 in Coppa Italia).

Milan, la storia di Fabricio Coloccini

Coloccini è nato a Cordoba il 22 gennaio 1982 ed è cresciuto nelle giovanili dell'Argentinos Junior. Il difensore centrale venne notato dal Boca Juniors, che con il River Plate è il top in Argentina, e nell'estate del 1998 passa al glorioso club di Buenos Aires. Nonostante le pochissime presenze con gli 'Xeneizes', vincendo comunque Apertura e Clausura nella stagione 98-99, Coloccini è subito considerato una promessa dal futuro quasi assicurato. Viene segnalato in Italia, dove è il Milan ad assicurarselo nella stagione 1999-2000. Con una difesa dall'età media alta e la necessità di trovare gli eredi di alcuni mostri sacri, il club rossonero decide di puntare sull'allora giovanissimo talento argentino.

Coloccini si ritrova ad allenarsi con tanti campioni, come per esempio Paolo Maldini, e sicuramente ciò lo aiuta. Però non trova spazio e nel corso del 2000 viene ceduto in presto al San Lorenzo, con cui vince il Campionato di Clausura del 2001 segnando complessivamente 3 gol in 19 presenze. Il ritorno in Argentina gli fa bene, ma il Milan decide di mandarlo nuovamente in prestito nella successiva finestra del calciomercato. Finisce così all'Alaves, con cui fu protagonista di una straordinaria stagione che culminò con la finale di Coppa UEFA persa contro il Liverpool. In quella squadra c'erano altri futuri rossoneri come Cosmin Contra e Javi Moreno. Nonostante la prima esperienza in Spagna sia andata molto bene, la società rossonera opta per nuovi prestiti. Prima all'Atletico Madrid (2002-2003) e poi al Villarreal (2003-2004).

E' la stagione 2004-2005 quella in cui finalmente il Milan decide di dare fiducia a Coloccini e non cederlo ancora. Il 27 ottobre 2003 esordisce in campionato nel 3-0 di San Siro contro l'Atalanta. Gioca per 90 minuti e quella resterà l'unica presenza in Serie A per lui. Il 7 dicembre 2004 prima e unica presenza in Champions League, da titolare nello 0-0 contro il Celtic Glasgow a Milano. Poi altre tre partite in Coppa Italia, l'ultima il 26 gennaio 2005 in Milan-Udinese 3-2. E proprio in quel gennaio su suggerimento di un Carlo Ancelotti poco convinto del valore del difensore sudamericano, stando alle news Milan emerse, Coloccini viene venduto a titolo definitivo al Deportivo La Coruna per circa 5 milioni di euro. Vi rimane per tre stagioni e mezza, collezionando 112 presenze e 5 gol.

Nel 2008 il Newcastle United decide di investire ben 13 milioni per portarlo in Inghilterra, dove ha trascorso ben otto stagioni, divenendo pure capitano della squadra. In maglia bianconera ha messo insieme 248 presenze e 3 gol. L'ultima annata è stata la 2015/2016 culminata con la retrocessione dalla Premier League alla Championship. E così in estate ha deciso di fare ritorno al San Lorenzo, che lo ha tesserato a titolo gratuito. A 35 anni Coloccini intende chiudere la propria carriera in Argentina, dove tutto è iniziato.

Per Coloccini una carriera con vittorie solamente nel suo Paese, nazionale inclusa (Mondiale Under-20 2001 e Olimpiadi 2004). In Europa ha tutto sommato fatto bene, ma non riuscendo mai ad arrivare a grandi livelli. Un difensore di medio valore. La maglia del Milan gli pesava troppo e non a caso Ancelotti gli concesse poco spazio. Sgravato dalle pressioni rossonere, l'argentino si è sempre ben comportato nelle altre avventure avute. Non una carriera di alto profilo, però l'esperto giocatore non può dirsi insoddisfatto. Sicuramente c'erano premesse diverse quando approdò al Boca Juniors e fu poi comprato dal 'Diavolo', ma ovunque è andato il giocatore ha avuto modo di fare bene. Milan a parte. 

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