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Juventus, Mandzukic: “Tridente, si può! Higuain? Forse a qualcuno piacerebbe che…”

L’attaccante croato ha fatto il punto della situazione in casa bianconera

JUVENTUS MANDZUKIC / L'edizione odierna del 'Corriere della Sera' propone una lunga intervista all'attaccante della Juventus Mario Mandzukic, di cui Calciomercato.it vi riporta i passaggi salienti delle parole del calciatore croato sulle ultime news Juventus (“Quando non gioco, non mi arrabbio ma mi dispiace. E' come qundo un bambino gioca in cortile e viene chiamato perché deve tornare a casa. Con Higuain c'è grande stima reciproca. Tridente con Dybala? Si può“).

Juventus, intervista Mandzukic su Allegri e tridente con Higuain e Dybala

AVVERSARI – “Non basta indossare la maglietta e aspettare che gli altri caschino ai nostri piedi”.

TURNOVER – “Ho l'aria molto arrabbiata quando non gioco? Non è un'arrabbiatura vera e propria. Tutto nasce da questo mio amore viscerale per il calcio. Ed è più un dispiacere: come quando un bambino piccolo sta giocando in cortile e viene chiamato perché deve tornare a casa. Non riesco a nascondere le mie emozioni, non sono un robot. Ci metto tanta passione ed è normale che mi dispiaccia uscire. Non è niente di così grave”.

HIGUAIN – “Ci capiamo benissimo, sia in campo che fuori. Forse a qualcuno piacerebbe che ci fosse disaccordo tra noi due, ma c’è grande stima reciproca. Poi ognuno di noi deve dimostrare sul campo quanto vale e si deve ricavare il proprio spazio. Se pensavo di giocare così tanto in coppia col Pipita? Perché no? Non mi sono mai posto il problema o fatto dei film in testa. Abbiamo dimostrato di essere capacissimi di giocare insieme”.

TRIDENTE CON HIGUAIN E DYBALA – “Tridente? Si può. I bravi giocatori possono sempre trovare un’intesa. Il calcio in realtà è molto semplice, anche se a volte qualcuno deve renderlo complicato e difficile. Questa frase l’ho imparata da Allegri? La pensiamo allo stesso modo”.

RISPOSTA A SPALLETTI – “Ha detto che siamo 'animali' dal punto di vista fisico? Anche lui mostra tanta energia quando guida la squadra durante le partite: se un allenatore come lui dice così, ci fa un grande complimento. Deve sempre essere così: non basta indossare la maglietta e aspettare che gli altri caschino ai nostri piedi. Dobbiamo essere belve feroci: così si vince. E si rivince“.

SUPERCOPPA – “È una finale, quindi difficile. La sconfitta di Milano per noi è un avvertimento, un pro memoria ma è anche la motivazione per arrivare più concentrati e focalizzati sulla vittoria.

CHAMPIONS LEAGUE – “In Europa ogni secondo conta, non ci possono essere distrazioni e un pizzico di fortuna non guasta. Credo che sconfiggerci in due partite sia molto difficile per chiunque. Quindi procediamo passo dopo passo, con fiducia”.

FUTURO – “Mi piacerebbe fare l’allenatore, perché il calcio per me è tutto e vorrei contribuire con qualcosa di mio, per insegnare e trasmettere agli altri tutto quello che ho imparato”.

S.D.

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