L’ex capitano nerazzurro parla del suo impegno umanitario
INTER ZANETTI / Nel corso dell'ultima puntata del 2016 del noto programma televisivo 'Le Iene', l'ex bandiera e attuale vice presidente dell'Inter, Javier Zanetti, ha rilasciato una lunga e interessante intervista.
A differenza della solita veste di rappresentante sportivo, cui Zanetti ha abituato, stavolta ad essere analizzato è il suo grande impegno per il sociale. Nello specifico il campione argentino verrà accompagnato a Buenos Aires, non il centro, bensì in periferia. Remedios de Escalada è un quartiere che Zanetti ben conosce, dal momento che è proprio qui che sia lui che sua moglie sono cresciuti.
Non si tratta affatto di zone turistiche, per presentare la questione in maniera semplice. Luoghi difficili, vere e proprie favelas, in cui la criminalità è all'ordine del giorno. Molti bambini vivono in situazioni a dir poco difficili e, proprio per questo, nel 2001 Zanetti e sua moglie Paula hanno creato la 'Fondazione Pupi', oggi una sorta di centro d'accoglienza per chi ne ha più bisogno. Dal cibo all'istruzione, fino a una chance di vita migliore.
Inter, Zanetti e la Fondazione Pupi: non solo calcio
Il messaggio di speranza di Zanetti è rivolto a grandi e bambini, con strutture che possono vantare al loro interno educatori professionisti. La cultura ha il suo spazio, così come lo sport, immancabile. Neanche i genitori vengono esclusi, offrendo loro la possibilità di tornare sui banchi di scuola, ottenendo titoli di studio utili per una svolta nella propria vita: “Conosco bene la realtà di questo quartiere, – ha dichiarato Zanetti – per questo ho aperto qui la mia fondazione. Ho visto tante situazioni difficili e drammatiche. Volevamo regalare a questi bambini un futuro migliore. Ho perso tanti amici, purtroppo, per la delinquenza, per la droga“.
FONDAZIONE – “Insieme agli assistenti sociali entriamo nelle favelas, controllando i casi ad alto rischio. Il lunedì i bambini ci raccontano tutto ciò che è successo nel fine settimana. Si parla di sparatorie o di chi è stato derubato. SIamo una specie di frontiera. La cosa che sorprende sono le pagelle impressionanti di questi ragazzi negli ultimi anni. Questo è un orgoglio per noi. Loro sono il futuro“.




















