Il pm invita i tifosi a partecipare al processo. Oggi la prima udienza
CALCIOSCOMMESSE PROCESSO / Prima udienza sul processo legato al calcioscommesse. Da oggi si inizierà a fare maggior chiarezza sullo scandalo che ha colpito il calcio italiano nel 2010, quando Roberto di Martino, procuratore capo, ha fatto messo in luce il problema delle gare truccate. Tifosi abituati a pensare a news sul proprio club o di calciomercato, hanno visto l'inizio di un'inchiesta che ha coinvolto molteplici club. Il pm Roberto di Martino, che andrà in pensione tra pochi giorni, ha rilasciato una lunga intervista: “Sarebbe istruttivo seguire il processo sul calcioscommesse: ascoltare i silenzi, le amnesie, le giustificazioni fantasiose, i non ricordo e le varie scuse che di volta in volta i calciatori daranno nel dibattimento – le sue parole alla 'Gazzetta dello Sport' – Sarebbe istruttivo soprattutto per i tifosi, troppo spesso abbagliati da una fede e sempre pronti a difendere i loro beniamini anche quando le attività investigative dicono altro”.
DI MARTINO: “PROBLEMA CHE RIGUARDA TUTTE LE SERIE”
PROBLEMA AMPIO – Il pm ci tiene a precisare che il calcioscommesse non riguarda solo la Lega Pro: “Nonostante le confessioni, nonostante sia stato ampiamente dimostrato l’alterazione di numerose partite in tutte le Serie, sono in tanti a vivere con fastidio l’inchiesta che ha scoperchiato un mondo di malaffare e corruzioni. Forse avrebbero preferito tenere gli occhi chiusi, far finta di nulla. Suggerimento: oltre a guardare le partite, chi ha a cuore lo sport farebbe bene a informarsi anche su quello che accadrà nel processo di Cremona”.
LA NAZIONALE – Di recente le news Italia hanno visto polemiche per l'arrivo di un bookmaker come nuovo sponsor. Di Martino commenta: “Non serve un magistrato per dare un giudizio su questa cosa…“.
PRESCRIZIONE – “E’ possibile soprattutto per chi non è accusato del reato associativo. E siccome hanno patteggiato quasi tutti quelli in questa posizione, gli altri faranno il tifo per tempi dilatati – prosegue di Martino – Questo processo ha bisogno di udienze serrate e ravvicinate, non basta farne una al mese. Solo io ho messo in lista 150 testimoni e vale la pena sentirli. Ma il processo sarà lo stesso utile”.
LA CORRUZIONE – “Una inchiesta di questo tipo ha messo in difficoltà chi racconta ogni giorno un mondo perfetto, dove i giocatori, le squadre e i presidenti sono al di sopra di ogni sospetto. Non è così, purtroppo. Lo sport è fatto da uomini ed è inserito nella società, quindi ha gli stessi mali. E viviamo in un’epoca dove la corruzione dilaga. E più soldi girano, più la criminalità si avvicina. Il calcio è diventato una industria di denaro. Le scommesse sono uno strumento facile da manipolare per la criminalità. I tifosi sono rimasti al calcio di una volta, ma di romantico c’è rimasto poco”.
LA PASSIONE – “In passato vedevo tante partite. Adesso non più: appena accade una azione strana, penso subito che dietro possa esserci qualcosa. Ci sono ancora le combine? Sì, la criminalità mica ha paura degli arresti. Altrimenti non dovrebbe esserci più la mafia. Calcio pulito? Me lo auguro. Dipende dai calciatori: devono dire no alle proposte e denunciare chi le fa. E poi i tifosi devono aprire gli occhi”.
LE ISTITUZIONI – “Un po’ mi hanno deluso, sono stati molto teneri. E poi ci sono alcuni istituti della giustizia sportiva, tipo l’omessa denuncia, che sono un invito all’omertà.
L'INCHIESTA – “Di più non si poteva fare: all’inizio abbiamo avuto il supporto dello Sco, ma dopo siamo rimasti soli. Cremona è una Procura piccola, sotto il peso del calcioscommesse si è paralizzata. Bilancio positivo, comunque: ci sono stati risultati evidenti, anche legislativi”.




















