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Roma, Totti non cambia idea: “Ultimi derby? Non è detto! Agli stranieri preferisco i romani”

Il capitano giallorosso ha presentato la sfida alla Lazio, guardando anche al futuro

CALCIOMERCATO ROMA TOTTI DERBY / ROMA – Si avvicina il derby contro la Lazio e Francesco Totti, intervistato da 'Sportweek', è tornato a parlare del suo futuro, commentando inoltre il momento della sua Roma: “Credo il Colosseo sia il simbolo della città, anche se l'ho visitato soltanto nel 2001. Ero con mia moglie e Russel Crowe. E' stato emozionante”.

DERBY – “Sono a disposizione del tecnico, come con Milan e Juve, che ci aspettano dopo. I derb di una volta erano più divertenti. Si arrivava prima per mettere gli striscioni con gli sfottò. Da quanto leggo non torneranno neanche le curve. Se dipendesse da me, contro la Lazio mi farei giocare un po'. Chi ha detto poi che quelli di quest'anno saranno gli ultimi due derby? Non cambio idea, se sto bene potrei continuare a giocare”.

GLADIATORI – “Quelli dell'arena rappresentano Roma agli occhi del mondo, quelli che fanno foto con i turisti indicano invece la simpatia tipica del romano”.

OLIMPICO – “E' la mia seconda casa, mi piace anche solo la parola: Olimpico. Ci sono cresciuto ed è da 25 canni che mi tengono prigioniero lì, è affascinante. La partita non si vede così bene però un po' mi dispiace pensare che un giorno non si giocherà più qui”.

LAZIO – “Ho tanti amici laziali. La Roma laziale ha le sue idee e i suoi modi di fare. Sono romani allo stesso modo ma la vediamo in maniera differenti. Sfottò? Ci stanno, fin quando non sono offensivi. Prima però era più bello, tutto più vero. Si faceva ciò che si sentiva di fare”.

ILARY-TOTTI – “Sono molto orgoglioso di lei. Ero in mezzo in quella situazione ma ognuno è libero di dire ciò che vuole e lei l'ha fatto. E' un punto di riferimento nella mia vita. Mi ha dato la chance d'avere una famiglia, che ho sempre desiderato”.

ROMANITA' – “Molti dicono che con i romani in squadra non si vince. Io preferisco avere romani che tengono alla maglia, piuttosto di tanti stranieri che sono di passaggio”.

L.I.

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