L’attaccante bosniaco si è raccontato sulle colonne del Corriere della Sera
ROMA DZEKO SERIE A SPALLETTI / ROMA – Il vero Edin Dzeko è finalmente sbocciato. Dodici gol in diciannove gare gli hanno restituito l'antica etichetta di bomber di razza, anche se per Spalletti potrebbe fare ancora meglio di così: “Bisogna capire che cosa vuol dire essere cattivo. Se sbaglio due occasioni è perché non sono cattivo? Sbaglio perché sono buono? Per me cattivo significa che devi sfruttare tutte le occasioni che hai, che ti devi concentrare di più. E io mi impegno per farlo. Ma non posso cambiare a 30 anni. Sono fatto così. Sono nato così”. Di seguito i passaggi più importanti che l'attaccante della Roma ha rilasciato al 'Corriere della Sera':
RINASCITA – “Io ho capito Roma o Roma ha capito me quest’anno? Tutte e due le cose. Sono arrivato da un altro Paese e da un campionato differente. Forse avevo bisogno di tempo, ma adesso ho imparato tanto sulla serie A, sui difensori, sugli stadi e sui club. Si vede anche in campo, vero?”.
DERBY CON LULIC – “Posso chiamarlo o non chiamarlo. Non sono superstizioso. Siamo amici da tempo, è un mio compagno di Nazionale. Ma entrati allo stadio, Lulic non esiste. So cosa devo fare. So che dobbiamo vincere e darò tutto per questo”.
PJANIC – “Mire lo sento, certo. Anche se con la Juve ha fatto dei gol che non mi hanno reso felice. Vabbé, è il suo lavoro…”.
SCUDETTO – “Prima dell’Atalanta tutti a dire che possiamo vincere lo scudetto. Dopo la sconfitta, è un fallimento. Abbiamo perso una brutta partita, ma questo è il passato. Non penso che la Juve è a 7 punti, penso che mancano 25 partite e sono un sacco di punti. Con il Manchester City abbiamo vinto il secondo titolo quando sembrava già del Liverpool. Li abbiamo superati alla penultima giornata. Da allora, per me, non esiste più la frase: è finita!”.
D.G.




















