L’ex esterno del Sassuolo ha parlato anche del suo esordio con l’Italia
VILLARREAL SANSONE BAYERN SASSUOLO ITALIA / ROMA – Emigrato in Spagna dopo anni più che positivi al Sassuolo, in pochi mesi Nicola Sansone è diventato uno dei perni del Villarreal: cinque gol e due assist il bottino raccolto nelle prime 11 presenze. Intervistato da 'corrieredellosport.it', l'esterno classe 1991 ha parlato dei suoi inizi in Germania, degli anni trascorsi sotto la guida di Di Francesco e molto altro. Questi i passaggi più significativi della sua intervista:
INIZI – “La maglia del Bayern Monaco a 11 anni un orgoglio immenso. Il Bayern è la squadra più importante in Germania e una delle più forti al mondo. Da piccolo giocavo a Monaco insieme a Soriano, non ci siamo mai persi e ora siamo insieme al Villarreal. Siamo grandi amici. Gli allenamenti in prima squadra con Toni? Con Luca ho sempre avuto un bel rapporto, mi aiutava e mi ha dato molti consigli. Chi era il giocatore che mi impressionato di più? Ribery. Vederlo giocare da vicino è pazzesco”.
TECNICI – “Klinsmann mi ha portato in prima squadra, lo ringrazierò per sempre. Van Gaal vuole avere sempre ragione e vuole che uno faccia quello che dice lui. E’ un ottimo allenatore, ma a livello umano così e così».
IL RITORNO IN ITALIA E IL SASSUOLO – “La società neroverde ha un'idea ben precisa: far crescere i giovani italiani. Io li continuo a seguire sempre, se non gli avessero levato quei tre punti contro il Pescara ora sarebbero decisamente più in alto. Di Francesco? Gli devo tanto, ha sempre creduto in me e mi ha insegnato tante cose a livello umano e in campo. Cosa mi ha detto prima di andare in Spagna? Mi chiedeva sempre se era già tutto fatto, perché voleva che rimanessi ancora lì. Poi quando ha saputo che sarei partito per la Spagna mi ha fatto un in bocca al lupo. Il ricordo più bello? La partita contro il Genoa quando conquistammo la salvezza al primo anno. Una stagione dura, alla fine abbiamo centrato l'obiettivo. Sono in contatto con i suoi ex compagni? Abbiamo una chat su Whatsapp”.
CRISTIANO RONALDO – “E' uno dei motivi che mi ha spinto a venire in Spagna. Contro Ronaldo è andata bene, vedremo l'8 gennaio col Barcellona di Messi. Quando ho stretto la mano a Cristiano sorridevo come un bambino. E' il mio idolo da sempre: gli ho chiesto la maglia, ma era arrabbiato per il pareggio. Però me l'ha promessa al ritorno… Il 'Bernabeu'? E' lo stadio più bello in cui ho giocato in vita mia. Appena entrato ho pensato: 'Chissà quando mi ricapita più, adesso me la voglio godere'. Emozione unica. Quando inizia la partita ci si dimentica di tutto”.
TRASFERIMENTO AL VILLARREAL – “E' stato da un giorno all’altro, inaspettato. All'inizio non sembrava che dovessi andare, poi… Quando me l'hanno proposto ci ho pensato un attimo, ma l'idea di giocare in Spagna mi è sempre piaciuta. Nei giorni della trattativa avevo sentito Soriano mi ha consigliato di venire. Cinque gol e due assist in 11 partite? Per ora sembra che abbia fatto la scelta giusta. Le prime partite sono state difficili: è un calcio meno tattico e più intenso. Ma non ci sono polemiche e pressioni. Il gol da oltre 50 metri contro la Real Sociedad? Non ci ho proprio pensato. Ho visto il portiere fuori, c'ho provato e per fortuna è andata bene. Quando ho visto quella palla dentro per un attimo non ci ho creduto nemmeno io. Ho ricevuto complimenti da tutti, mi sono arrivati oltre cento messaggi dopo quel gol. La rete è stata bella, ma alla fine vale sempre tre punti come gli altri…”.
ESORDIO NAZIONALE – “E' la cosa più bella per un calciatore, ora sogno il Mondiale. Quando un italiano gioca all'estero ha sempre una responsabilità maggiore, deve tenere alto il nome del proprio Paese. Dalla Germania mi hanno proposto delle convocazioni ai tempi dell’Under 15 e 16, ma ho sempre rifiutato perché mi sento italiano”.
D.G.




















