Atalanta
Bologna
Cagliari
Como
Fiorentina
Genoa
Inter
Lazio
Lecce
Milan
Napoli
Parma
Roma
Torino
Udinese
Verona

Napoli, Koulibaly rivela: “Stavo per lasciare il calcio. Benitez? Gli staccai il telefono”

Ecco le parole del centrale di Sarri, che si racconta

NAPOLI KOULIBALY SARRI BENITEZ DE LAURENTIIS / NAPOLI – Koulibaly è senza dubbio uno dei protagonisti del Napoli di Sarri, che lo ha aiutato a crescere, anche se il difensore non dimentica Benitez. Di lui e di De Laurentiis, oltre che del proprio passato, ha parlato il centrale senegalese a 'France Football': “In pochi avrebbero creduto che sarei arrivato a questo livello. Per me è un sogno. E' la ricompensa per il duro lavoro e ora voglio progredire, giorno dopo giorno. Sotto l'aspetto mentale mi ha forgiato il fatto di giocare con padri di famiglia, che si allenavano la sera, dopo aver lavorato tutto il giorno. Sono cresciuto in fretta”.

METZ – “Ero insopportabile con tutti, amici e parenti. In quel momento ho capito che il calcio doveva essere solo una passione. Così ho deciso di puntare sugli studi. Lo sport divenne secondario”.

NAPOLI – “Ho avuto la fortuna di arrivare quando non c'erano i big, a causa del Mondiale. Ho avuto modo di mettermi in mostra. Sono andato a scuola, imparando l'italiano, così da capire tutto nello spogliatoio, dove tutti gli stranieri parlano italiano. Sulla città che posso dire, l'amo. E' bella, col sole e il mare e i napoletani che sono davvero accoglienti”.

DE LAURENTIIS – “Il presidente è la prova di come qui si respiri calcio. Ama profondamenta il Napoli, anche se è un po' atipico. Fa di tutto per farci progredire. Come lui, in città tutti sono pazzi del Napoli. In strada non si fa che firmare autografi (ride ndr)”.

BENITEZ – “Quando mi chiamò gli avrò staccato il telefono in faccia due o tre volte. Credevo fosse uno scherzo dei miei amici. Se non avessi fatto il calciatore? Sono bravo in matematica, magari avrei lavorato in banca o nel settore assicurativo. Anche fare il professore di educazione fisica mi sarebbe piaciuto”.

LAZIO – “Quanto successo a Roma è stato fastidioso. E' triste che la gente paghi per venire a gridare contro di me. E' questa minoranza che dà una cattiva immagine dell'Italia. Al termine del match un bambino mi ha chiesto scusa per quanto successo, gli ho regalato la mia maglia”.

L.I.

Gestione cookie