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Juventus, Gentile: “Non volevo accettare i bianconeri, ma sbagliavo. Potevo tornare da allenatore”

L’ex difensore Campione del Mondo nel 1982 racconta la sua carriera

JUVENTUS GENTILE NAZIONALE / TORINO – Una lunga intervista, uno sguardo al passato fin dagli inizi. Claudio Gentile, Campione del Mondo nel 1982, si racconta ai microfoni del 'Corriere dello Sport': “Mio padre si trasferì in Libia nel 1928 dove faceva il muratore. Siamo rimasti fino al 1961. I ragazzi in Libia giocavano duro a calcio, ho imparato anche da loro. La Juventus? Al Varese versarono 250 milioni in motorini per i frigoriferi dell'azienda del presidente Borghi. Ero tifoso della Juve, ma dissi che non volevo andare perché c'era troppa concorrenza e preferivo andare in una delle altre squadre che mi avevano cercato, come Inter, Fiorentina, Bologna, Torino. Poi Borghi mi convinse ed è andata bene. Tra i tecnici delle nazionali giovanili sono quello che ha avuto i risultati migliore forse. Perché mi hanno sostituito? Lo chieda a loro. Mi aveva contattato la Juve per allenare in Serie B, per correttezza avverto i federali che mi dicono di rifiutare perché hanno grandi progetti per me. A luglio, al rientro dai mondiali, mi comunicarono che non si faceva niente e con le squadre già tutte fatte rimasi a terra. Ora sono in causa con la Figc”.

L.P.

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