Dalla pigrizia a “non è colpa mia”: tutte le frasi e i comportamenti nemici dell’ambizione
BENESSERE LE 10 FRASI E COMPORTAMENTI DA EVITARE COL CAPO / ROMA – Non manifestare mai pigrizia o svogliatezza, vietato mostrarsi troppo servizievoli, non fare la spia, non ostentare scarsa fiducia nelle proprie capacità e minacciare le dimissioni senza poi dar seguito. Sono questi solo alcuni dei comportamenti da evitare a lavoro, in presenza del proprio capo, se l’obiettivo è fare carriera. I consulenti di Hays Response, la divisione del gruppo Hays dedicata alla selezione di profili più junior, hanno stilato i 10 atteggiamenti da evitare in ufficio davanti al proprio diretto superiore. I consigli? Mantenere sempre un certo aplomb e affrontare con serenità ed equilibrio imprevisti e scadenze.
“Stress e ritmi serrati caratterizzano sempre più spesso la vita lavorativa dei professionisti italiani. Le continue pressioni, la stanchezza e l’ansia possono portare i lavoratori a lasciarsi andare, pronunciando frasi poco felici o adottando atteggiamenti controproducenti davanti al proprio responsabile – spiega Fabio Scarcella, responsabile divisione Hays Response – Per chi ambisce a una carriera di successo, è necessario mantenere sempre un certo aplomb, affrontando con calma ed equilibrio imprevisti e scadenze. Perché una frase detta con il tono sbagliato o una reazione dettata dalla foga del momento potrebbero danneggiarci più di quanto si pensa, riducendo drasticamente le chance di raggiungere posizioni aziendali top”.
Ecco i dieci atteggiamenti e le frasi assolutamente da evitare in presenza del proprio secondo gli esperti Hays Response:
1- “Non è di mia competenza”: le aziende preferiscono figure professionali flessibili e capaci di produrre il massimo in ogni situazione. Dimostrarsi poco disposti alla flessibilità può essere interpretato come sintomo di pigrizia, menefreghismo e trascuratezza.
2- “Non mi sento in grado di farlo”: quella che può sembrare modestia e sincerità passa spesso per insicurezza e scarsa affidabilità.
3- “Preferirei non lavorare con quel collega”: il lavoro di squadra è fondamentale. È necessario quindi mostrarsi sempre ben disposti a lavorare in team anche se ciò significa avere a che fare con colleghi con cui non c’è intesa professionale o simpatia personale.
4- “Questa attività è inutile”: anche se noiosa è necessario eseguire ogni incarico con dedizione, impegno e responsabilità.
5- “Non è colpa mia”: ammettere i propri errori senza “arrampicarsi sugli specchi” è la soluzione migliore per dare un segno di maturità e sicurezza. Al contrario, scaricare la colpa al collega indica un comportamento poco serio.
6- “Se abbiamo sempre fatto così, perché cambiare?”: i cambiamenti non sono sinonimo di fallimento e grane, a volte portano anche miglioramenti. Il consiglio è accogliere con ottimismo le novità lavorative e, solo dopo, quando ci si accorge che queste non portano alcun giovamento, parlarne con il proprio capo, formulando critiche e suggerimenti in maniera costruttiva.
7- “Non c’è una soluzione”: dipendenti ipercritici ed negativi non vengono mai apprezzati dai piani alti, al contrario è ben voluta un’attitudine al problem solving.
8- “Alla fine sono sempre io quello che deve fare il lavoro più duro”: mai adottare un atteggiamento vittimistico. È quindi sconsigliato piangersi addosso, premia invece l’affrontare un periodo di super lavoro con dedizione e pragmatismo.
9- “Io me ne vado!”: la frase, pronunciata con leggerezza e spesso, potrebbe far perdere la fiducia da parte del capo. Il rischio è quello di apparire infantili ed incapaci di risolvere i problemi. Il consiglio è evitare la minaccia di voler abbandonare l’azienda da un momento all’altro.
10- “Hai sempre ragione tu”: mai esagerare. Dimostrarsi troppo accomodanti e lusinghieri nei confronti di un superiore espone il lavoratore a un doppio rischio; da una parte diventare succubi del capo e dall’altro rovinare il rapporto con i colleghi. Bisogna quindi dimostrare la propria stima, ma senza esagerare.
S.C.




















