Il portiere e capitano della nazionale parla ai giornalisti nel ritiro di Coverciano
ITALIA CONFERENZA BUFFON MONDIALE / COVERCIANO – E' il turno del capitano: Gigi Buffon si presenta nella sala stampa per parlare ai giornalisti nel ritiro della Nazionale. A pochi giorni dalla partenza per il Brasile, il capitano dell'Italia risponde alle domande sui temi più caldi del giorno: Calciomercato.it seguirà per voi la conferenza stampa del numero uno azzurro.
QUINTO MONDIALE – “Facendo gli scongiuri dovrebbe essere il quinto, un buon traguardo ma non per questo sono appagato: come tutte le competizioni di valore si prepara ad affrontarle per stupire, sia come singoli che come squadra”.
OBIETTIVI – “Dire oggi che potremmo raggiungere la finale, non me la sento. La nostra nazionale è affidabile. Non partiamo come favoriti: dai quarti di finale in avanti sarà un buon Mondiale. Poi dipenderà molto dalle squadre che si incontreranno nel corso del torneo: ai quarti potrebbe esserci la Spagna e una sconfitta ci potrebbe stare”.
MONDIALE O CHAMPIONS – “La Champions c'è più possibilità di vincerla perché si gioca ogni anno, mentre il mondiale si gioca ogni quattro anni”.
GAP CON LE FAVORITE – “Secondo me siamo una squadra matura, con delle certezze, con la consapevolezza dei propri limiti e proprio per questo siamo affidabili. Però bisogna riconoscere i valori degli avversari: quando si parla di Brasile, Argentina, Spagna e Germania, sai che partiamo un gradino sotto. Queste quattro sono le favorite, poi ci sono le outsider: ci siamo noi, la Francia che ha un potenziale importante. Poi ci possono essere sorprese come Belgio. Ci sono gli ingredienti per vedere un bel Mondiale”.
SINGOLI – “Vedo tutti bene, c'è la voglia di fare il massimo per la causa e di non avere rimpianti. Già questi presupporti fanno capire che da parte nostra c'è la massima disponibilità a mettersi a disposizione per il bene comune. Se poi qualche singolo riuscisse ad esaltarsi ne saremmo tutti molto felici”.
MODULO – “Credo che cambierà poco a livello di idea: abbiamo sempre cercato di avere il possesso palla finalizzato a far male agli avversari. Il nostro allenatore ci ha inculcato questa mentalità. Per arrivare a grandi risultati non si può prescindere dall'equilibrio”.
PORTIERI – “Da qualche anno ormai giochiamo molto con i piedi, iniziamo l'azione e corriamo anche qualche rischio: è ciò che richiede il calcio moderno e ci adeguiamo anche volentieri”.
IRLANDA – “Arriveremo a questo test dopo dieci giorni di grande lavoro. Si è pensato di arrivare al meglio al Mondiale, ma non vogliamo sfigurare e cominciare ad acquisire delle certezze che in vista del debutto in Brasile faranno bene”.
MIGLIOR PORTIERE – “Non voglio sembrare anacronistico: ho 36 anni ed è giusto che le sfide le facciano i più giovani. Comunque essere preso come metro di paragone mi fa piacere, significa che sto maturando bene”.
GIRONI – “In questo momento l'Italia può pensare di spingersi un po' più in là rispetto a Inghilterra e Uruguay. Gli inglesi hanno cambiato molto, ci sono tanti giovani: ha valori individuali elevati ma anche tante incognite. Se riuscisse a trovare l'amalgamo subito potrebbe stupire, ma ai nastri di partenza non possono partire tra i favoriti. Invece l'Uruguay è una squadra molto affidabile, difficilmente fallisce la partite importante”.
“La speranza è continuare questo progetto perché la sensazione è che ci siamo dei margini di miglioramento che possono emergere se si dà continuità a un certo tipo di lavoro”.
PERIN – “Ha le carte in regola per diventare un grande portiere. Gli auguro di togliersi tante soddisfazioni e di poter essere non il nuovo Buffon, ma essere solo Perin e accettarsi per quello che è”.
GRUPPO – “La dedizione, la costanza e al serietà con la quale stiamo lavorando non si trova in ogni ritiro. E' molto bello e mi auguro che questo tipo di comportamento e questo senso di responsabilità sia foriero anche di grandi risultati”.
MONDIALE – “E' un competizione così breve che a volte i valori non vengono rispettati e si premia una squadra che arriva a quel momento della stagione con maggiore energia, freschezza e anche fortuna. A differenza della Champions c'è più spazio per una squadra non favorita”.
GIOVANI – “Siamo una rosa di ragazzi anche molto giovani, però in campo si va in undici e il mister riesce a trovare il giusto mix anagrafico. E' normale che in queste competizioni ci siamo anche tanti ragazzi perché saranno loro i protagonisti futuri e servirà a loro come esperienza. Anche se non dovessero giocare risulteranno ugualmente utili perché si vince in 23, con il gruppo”.




















