Il centrocampista giallorosso ha scherzato sull'arrivo del tecnico: “Ringrazio Dio che abbiamo preso il 'Porompompero'
ROMA INTERVISTA DE ROSSI GARCIA TOTTI / ROMA – Daniele De Rossi, centrocampista della Roma, ha rilasciato una lunga intervista a 'So Foot'.
DE ROSSI BAMBINO – “Quando ero un ragazzino, non ero un sostenitore dell’Italia. Era Roma, Roma, Roma. Quando sei qui, pensi che la Roma sia la più grande e l’unica squadra al mondo”.
TOTTI e BATISTUTA – “Quando Francesco ha cominciato, c'erano molti romani nella squadra. Scarchilli, Beretta, Di Biagio, Petruzzi, ma lui è rimasto. E' diventato un simbolo. Quando avvevo 16-17 anni, il che significa abbastanza presto, mi ritrovai seduto accanto a lui in una relazione mezzo compagno di squadra, mezzo idolo. Entrare nello spogliatoio e sentirlo dire, 'De Rossi, mi passi la bottiglia?', è stato uno shock. E c'era anche l'altro: 'De Rossi, mi dai una mela?', ti giri e vedi Batistuta. E' stato lui quello che mi faceva più effetto. Quando arrivava c’era una luce, una luce meravigliosa”.
IDOLO – “A volte leggo le interviste di giocatori giovani diciottenni che debuttano in Serie A nel ruolo di centrocampista. 'Chi è il tuo giocatore preferito chi è il tuo idolo?'chiede il giornalista. E a volte il ragazzo risponde: 'De Rossi'!”.
GARCIA – “Non lo conoscevo, quando ho saputo che avevano preso lui ho avuto qualche dubbio. Sembrava che avevano scelto lui perché non erano riusciti a prendere Mazzarri o Allegri. Potevamo pensare che era la quarta scelta, mi ricordo che sono andato su internet e ho digitato il suo nome e la prima cosa che è uscita fuori è un video in cui c’è lui che suona il porompompero con la chitarra. Ho imprecato e pensato: ma chi è questo? Ero in nazionale quel giorno, ero col computer sulle ginocchia e stavo in camera con Pirlo, l’ho chiamato e gli ho detto: 'Caxxo, guarda chi abbiamo preso'. Oggi sinceramente ringrazio tutti i giorni Dio che abbiamo preso 'pompompero', lui può essere un punto di svolta nella storia della Roma. Non esagero: lui ci può far vincere”.
ZEMAN – “Non gli ho mai mancato di rispetto, semplicemente non mi riteneva adatto al suo gioco”.
26 MAGGIO – “La finale di Coppa Italia persa contro la Lazio è una ferita che non si rimarginerà mai”.
RIGORE FINALE MONDIALI 2006 – “Mi sarei vergognato non a sbagliare, ma a non calciarlo”.




















