L'attaccante brasiliano segno' un gol al novantesimo ma i suoi compagni non esultarono e gli avversari lo minacciarono
VENEZIA TUTA BARI GOL COMBINE / RIO DE JANEIRO (Brasile) – Moacir Bastos Tuta è famoso in Italia per il gol del 2-1 segnato al 90’ di Venezia-Bari del 24-1-99, rete che scatenò la reazione degli avversari e che fece pensare a una combine tra le due squadre. A distanza di quattordici anni, l'attaccante brasiliano racconta quel gol a 'ExtraTime':
IL GOL – “Tutto molto strano. Segnai al 90’. Esultarono solo Bilica, il mio compagno brasiliano, e il massaggiatore. Uno del Venezia si mise le mani in testa e poi alzò le braccia. Volpi, che battè la punizione da cui originò il gol, mi diede solo una pacca sulla mano. E dopo mi disse che il suo obiettivo non era crossare sulla mia testa ma gettare il pallone in mischia. Valtolina e Marangon solo dopo si unirono alle feste. Il presidente di allora Maurizio Zamparini (ora al Palermo) ci aveva promesso un premio di 20 mila euro per le vittorie. E intascai tutto il premio”.
LA FRASE DI MANIERO – “Al momento del cambio mi disse che pure l’1-1 andava bene. Lo fece nella concitazione della gara, forse perché era in lotta con me per un posto in squadra e non voleva che segnassi. Non mi disse esplicitamente di non fare gol”.
IL POST-PARTITA – “Il capitano del Bari si scagliò contro quello del Venezia. Pare che ci fosse qualche accordo… Nel tunnel De Rosa del Bari mi diede uno schiaffetto sulla faccia dicendomi ironicamente: 'Bravo'. Il 4° arbitro mi fece lasciare il tunnel per tornare in campo togliendomi dal caos. Al controllo antidoping i giocatori del Bari erano arrabbiatissimi. Davano dei calci alle sedie, dicevano: 'Ti spacco la testa, cazzo'. Io feci la pipì e me ne andai subito”.
DAVANTI AL GIUDICE SPORTIVO – “Ci rimasi 5 ore. C’era una traduttrice amica di Zamparini che mi diceva di non rispondere niente. Spiegai al giudice che trovavo tutto molto strano: in Brasile non avevo mai visto qualcuno fare un gol al 90’ senza esultanze. Nessuno mi aveva detto che c’era un accordo, ma le immagini parlano da sole”.
I GIORNI SEGUENTI – “Quella settimana agli allenamenti mi abbracciavano quando facevo gol. 'Se no, ci rimane male', mi pigliavano in giro”.
S.D.




















