Il commissario tecnico dell'Italia spiega la decisione di far allenare la squadra su un campo confiscato alle cosche
NAZIONALE PRANDELLI ITALIA QUARTO CAMORRA / NAPOLI – Cesare Prandelli, commissario tecnico della Nazionale, ha spiegato a 'Il Mattino' la decisione di far allenare gli 'azzurri' lunedì a Quarto, su un campo d'allenamento confiscato alla Camorra: “Ha un significato importante andare lì, farsi vedere dai bambini del posto su un terreno di calcio che è sempre un posto magico. È un segnale, una testimonianza, un modo per non tirarsi indietro e nel nostro piccolo dire: 'Ecco ci siamo anche noi in questa lotta per la legalità'. Ne ho parlato con i magistrati della Dda l'ultima volta che sono stato a Napoli e ho percepito l'importanza che anche loro danno alla nostra presenza. Io non so molto di camorra o mafia, ma mi hanno colpito le parole di don Ciotti in Calabria quando applaudì la nostra presenza a Rizziconi parlando del potere dei segni contro i segni del potere mafioso. Ecco, se serve, noi siamo sempre pronti”.
S.D.




















