Il difensore e centrocampista francese si e' raccontato a 'So Foot'
MILAN DESAILLY BRAIDA BERLUSCONI/ ROMA – Tornare un po' indietro con gli anni farà certamente piacere ai tanti tifosi del Milan che non stanno passando il loro periodo migliore. A fare un tuffo nel passato ci ha pensato uno dei grandi protagonisti rossoneri dei primi anni 90', Marcel Desailly. Il difensore e centrocampista francese si è raccontato al mensile 'So Foot'.
RETROSCENA – “A Milano arrivai da perfetto sconosciuto, senza pretese – riporta 'gazzetta.it' -. Davanti a me per i tre posti da straniero c’era una fila di gente come Van Basten, Boban, Savicevic, Radiucioiu, Laudrup e pure Papin che era Pallone d’oro. Insomma, ero l’ultimo. Ma Capello mi mandò in campo perché diceva che mi allenavo bene. E mi lasciava tirare pure i calci di punizione, non una grande idea”.
RAPPORTO CON I SENATORI – “I più anziani potevano imporre ai ragazzini di presentarsi agli allenamenti in utilitaria e questi non ci pensavano neppure a non ubbidire. Io comunque avevo la mia Citroen 2CV che suscitava perplessità in spogliatoio. Si pranzava sempre insieme, bellissimo”.
MALDINI – “Un giorno si presentò in allenamento scusandosi perché da lì in poi avrebbe calciato solo di destro, e dopo due o tre anni era impossibile sapere che fosse mancino”.
BERLUSCONI – “Arrivava a Milanello in elicottero e aveva addosso uno spolverino orrendo. Ci spiegava che portava bene. Poi diceva che non aveva nulla da dirci e invece parlava per almeno tre quarti d’ora di fila, ricordando che se entrava in politica era per salvare i suoi interessi e garantire un futuro ai nostri figli. Era convinto che Agnelli volesse rovinargli gli affari”.




















