L'esterno olandese del Fulham attacca: “Non importava quanto mi allenassi, andavo sempre in panchina”
MILAN, EMANUELSON FULHAM ALLEGRI / LONDRA (Inghilterra) – “Trasferirmi dal Milan al Fulham non è stato un passo indietro nella mia carriera, un passo indietro sarebbe stato continuare a restare in panchina per il resto della stagione”. Pensieri e parole di Urby Emanuelson, che in una intervista a 'insidefutbal.com' si toglie più di qualche sassolino in merito alla sua esperienza in rossonero, confessando di essersi sentito tradito. “Ho 26 anni ed ho bisogno di giocare, andare al Fulham è stata una scelta per la mia carriera. Gli ultimi mesi al Milan sono stati difficili per me. Sono rimasto in panchina per cinque partite consecutive e ho capito che qualcosa era cambiato nelle scelte dell'allenatore. Sorpreso? Certo, perchè nel precampionato ero uno dei migliori o almeno questo era quello che si diceva all'interno della società e sui giornali. Invece appena la stagione è iniziata mi sono trovato fuori dall'undici titolare, non importava quanto duramente mi allenassi”.
L'esterno sinistro olandese ha parlato anche del tecnico Allegri: “Il nostro rapporto è sempre stato di tipo professionale, è tutto quello che c'è da dire. Nelle mie prime due stagioni al Milan penso di aver dimostrato il mio valore – prosegue Emanuelson – Ho giocato in ruoli differenti: centrocampista esterno, ala, trequartista ed ho fatto ben, migliorando giorno dopo giorno. Ho seguito il consiglio di Seedorf che mi diceva di lavorare duramente, fare sempre il mio meglio e poi avrei avuto la mia chance. L'ho fatto e quindi essere dimenticato in panchina alla mia terza stagione è stato così sorprendente per me”. Infine una frecciatina anche al calcio italiano: “In Inghilterra gli arbitri sono più tolleranti, mentre in Serie A spesso è frustrante vedere il gioco continuamente interrotto per i falli fischiati”.




















