Nell'incontro con la stampa e' stato ufficializzato il prolungamento del contratto del portiere
MERCATO JUVENTUS CONFERENZA RINNOVO BUFFON AGNELLI / TORINO – È il giorno di Gigi Buffon: oggi pomeriggio è in programma una conferenza stampa congiunta del portiere della Juventus e del presidente bianconero Andrea Agnelli. Nell'incontro con i giornalisti dovrebbe essere ufficializzato l'accordo per il rinnovo del contratto del numero uno dei campioni d'Italia: Calciomercato.it seguirà per voi la conferenza stampa.
AGNELLI – “Si è legato a noi per altri due anni, quindi il suo contratto scadrà a giugno 2015. Gigi fa parte del gotha della Juventus e ha dimostrato la ferma volontà di proseguire questo percorso: è stato sufficiente uno sguardo per prolungare questo contratto e sta a lui, in base alle sue motivazioni, dire quanto andrà avanti. La Juventus è casa sua e fin quando dimostrerà essere il campione che è, dentro e fuori dal campo, la porta sarà sempre aperta. Basta qualche numero: cinque scudetti vinti sul campo, la coppa del mondo. Oggi è il giorno in cui il nostro capitano annuncia di rimanere con noi per altri due anni. A Buffon come premio individuale, manca solo il pallone d'oro che non viene in Italia da cinque anni e che è stato vinto solo da un portiere: spero che Gigi possa rompere questo digiugno, perché sarebbe il giusto riconoscimento per lui. Quello che lo contraddistingue è la realtà, la correttezza e la trasparenza: mai avuto timore di perderlo. Futuro da dirigenza? Oggi Buffon è il capitano ed è consapevole che in una società ognuno ha i suoi compiti: lui ora è un calciatore”.
BUFFON – “Del primo giorno alla Juve ho un ricordo molto nitido: catapultato da una realtà provinciale quale Parma, il mio primo timore è se fossi inadeguato a questo tipo di calcio. Offerte? Non ci sono state, ma non c'era spazio per far sì che ci fossero. Durata? Il discorso di fare un accordo annuale è stata una mia proposta perché volevo rendere la Juve libera da quello che io posso rappresentare: credo che un calciatore con la mia carriera alle spalle, è giusto che giochi fino a quando è in condizione di esprimere il proprio valore e quindi mi sembrava coerente verso la società. Abbiamo valutato questo tipo di soluzione, ma è anche vero che una società come la Juve programma ed è stato giusto da parte loro fare una controproposta di due anni, in modo da non dover pensare nei prossimi due anni a trovare un sostituto. Quindi abbiamo trovato giusto trovare questa soluzione biennale. Non ho ancora pensato al 2015: vivo alla giornata, è giusto non darsi dei limiti e chiedere il massimo da sé stessi. Ho la convinzione che tra un anno e mezzo ci sarà un mondiale e tra tre anni e mezzo ci sarà un Europeo: credo che a quella tappa posso arrivare al meglio. I tifosi hanno avuto un'influenza importante: saper di essere apprezzo, di essere incitato sempre e ovunque è qualcosa che non ha prezzo. I tifosi però li vedi settimanalmente, ma tutti i giorni vedi compagni, staff tecnico, dirigenti e se con loro non ci fosse stato un buon rapporto non sarei rimasto qui così tanto tempo”.
BUFFON SU OBIETTIIVI STAGIONALI – “Non ci siamo dati obiettivi precisi: la speranza è di ripeterci in Italia, confermando una leadership che mancava da troppi anni. In Champions, la Juve ha dimostrato sul campo di essere tornata competitiva ed è questo ciò che conta, essere alla pari con tutti: poi per il risultato entrano in ballo altri fattori. Uno vuole vincere sempre ciò che non si è già vinto: al primo posto c'è la Champions che ti apre poi altri scenari”.
AGNELLI SUL MERCATO – “I ragionamenti sono sempre aperti, la Juventus è sempre aperta a quello che accade, ma tutto è fatto in un'ottica di programmazione. Al netto di alcuni infortuni, abbiamo miglior difesa e attacco, una squadra che va a concludere con diversi calciatori: non è un uomo che fa la differenza, ma il gruppo e come viene suonato lo spartito. Ieri sera lo si è visto e forse il risultato più giusto era il 3-0”.
BUFFON SULL'AVVOCATO AGNELLI – “Se fosse qui non direbbe nulla di retorico o banale, come faceva ogni qual volta di parlava. Si parla di un personaggio unico nel suo genere.Domani presenziare alla funzione religiosa in suo ricordo sarà un grandissimo onore“.
INFORTUNIO – “Mi sono passati per la testa i peggiori pensieri. Anche di aver chiuso la carriera. Ma non è stato così. Sono fortunato, evidentemente il mio destino è continuare a scrivere pagine importanti per la Juventus e la Nazionale. Nessuno mi ha mai regalato niente. Penso che l'infortunio mi ha fatto anche bene perché mi ha dato la rabbia per non dare niente per acquisito. E se sono tornato quello che sono è perchè sono passato in mezzo anche a quelle difficoltà”.
EREDI – “Ci sono tanti nomi e molto bravi: fare un nome sarebbe ingeneroso verso altri. Mi sono allenato con Leali e magari tra dieci anni potrei dire di aver avuto la fortuna di allenarmi con lui perché ha le potenzialità di scrivere la storia. Quest'anno poi in serie A si è messo in mostra anche Perin”.
DEL PIERO – “Il passaggio di consegne con Alex è stato davvero forte per me, aveva un significato importante nella mia crescita come uomo spogliatoio. Questo va di pari passo con la storia della Juventus: mai avrei pensato di diventare capitano della Juventus. Ale l'ho sentito, mi ha mandato un messaggio molto carino ieri sera e oggi gli risponderò perché si è rivelato una persona con dei sentimenti veri nei miei confronti. Per la sua passata situazione, non posso dire nulla: non conosco a fondo le dinamiche, parlo solo in primo persona di quel che mi riguarda”.
INGAGGIO – “Parlare di sacrificio mi mette in imbarazzo. Quando si decide di prolungare cose si valutano tante cose. Per rimanere un punto di riferimento deve anche accettare di rinunciare a qualcosa, altrimenti sarebbe troppo semplice. Nella valutazione generale per la firma di un contratto ci siano tante componenti da valutare”.
SIMBOLO DEL CALCIO ITALIANO – “Non posso dirlo io o venire qui ad incensarmi: sono valutazione che fate voi, in base alle sensazioni che riscontrate. Sono orgoglioso di indossare la maglia della Juventus e quella della nazionale: è qualcosa veramente di prezioso per me, con un valore inestimabile, una cosa che potrò raccontare ai miei figli e i miei nipoti. È un qualcosa che deve durare il più possibile, sempre avendo rispetto della propria carriera”.
UMBERTO AGNELLI – “Porto nel cuore soprattutto il dottor Umbero che mi ha voluto qui, mister Lippi che ha spinto per il mio arrivo. Per i miei compagni non faccio nomi: lo spogliatoio è quello che mi mancherà di più quando smetterò”.
BARCELLONA – “Rimpianti per non essere andato al Barcellona? Qualche valutazione ogni tanto la fai e la domanda me la sono fatta e mi sono risposto anche che il Barcellona è diventato quello che è nel 2006 e io sarei dovuto andare là nel 2001: cinque anni senza vincere sarebbero stati tanti. Vedendo come è andata e quello che è la Juventus, non ho nessun rimpianto”.




















