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Milan, caso Boateng: ESCLUSIVO: viaggio nel tifo a Busto Arsizio

Calciomercato.it ha intervistato la redazione di 'Bustocco.it', il principale sito dei tifosi della Pro Patria

PRO PATRIA-MILAN ESCLUSIVO INTERVISTA TIFOSI PRO PATRIA BUSTO ARSIZIO BUSTOCCO.IT / BUSTO ARSIZIO – Del caso Boateng hanno parlato praticamente tutti in queste settimane: dalle istituzioni sportive e non, passando per gli organi di stampa, fino ad arrivare al fatidico uomo della strada. Nessuno, però, ha ancora avuto l'opportunità di parlare direttamente con il tifo organizzato della Pro Patria, per capire da loro com'è stata vissuta la grande esposizione mediatica della squadra e della città di Busto Arsizio.

Calciomercato.it ha intervistato la redazione di 'Bustocco.it', il sito dei tifosi del club biancoblu, per conoscere qualcosa in più sul loro punto di vista in tutta la vicenda.

– La sospensione della gara amichevole tra Pro Patria e Milan ha scatenato non poche polemiche sui media e tra le istituzioni. Qual è la vostra posizione ufficiale, come portavoce del tifo biancoblu sull'accaduto?

Prima di tutto vi ringraziamo per la possibilità che ci viene data, ricordando che noi siamo una delle diverse voci del tifo biancoblù su internet.

Gli insulti e i cori a sfondo razzistico vanno condannati nel modo più netto ed è giusto che chi ha sbagliato paghi. Busto Arsizio non è quella, ma è i 3000 tifosi che applaudivano o i 5000 del Palayamamay che, prima di ogni incontro, applaudono avversari e arbitri. Una tifoseria bustocca molto attiva nel sociale con diverse manifestazioni, ma questo forse non era utile ricordarlo in questi giorni. Non avrebbe fatto notizia.

Detto questo, la tifoseria della Pro Patria non deve diventare il capro espiatorio di tutte le nefandezze che si sono viste e sentite in questi anni in tante curve italiane. E' un dato di fatto che episodi analoghi a quello di Busto Arsizio (se non addirittura più gravi) non abbiano suscitato reazioni altrettanto indignate, a tutti i livelli, basti pensare a cosa è successo sabato scorso in Lazio – Cagliari con i cori ad Ibarbo, passati praticamente in silenzio e sinceramente non si capisce perchè non hanno avuto la stessa rilevanza considerando che gli hanno sentiti tutti (anche in Tv) e c'erano più di sei persone a farli. Tolleranza zero per i cori razzisti, dunque: ma che sia così dappertutto, dalla Serie A in giù e che valgano per tutti. Per ora non è stato così!

Come ha detto Zeman: “Ci sono partite tra bianchi con i cori peggiori e le peggiori offese, ma si continua a giocare”.

Da parte nostra rimane una profonda tristezza, perchè il nome della Pro Patria ha fatto il giro del mondo con un'accezione negativa e che ci porteremo dietro per tantissimo tempo. Una tempesta mediatica che ha coinvolto anche la città ed il territorio che assolutamente non meritavano questo trattamento. E qualcuno si deve chiedere perchè è successo tutto questo? Forse perchè siamo sotto elezioni? Ma cosa volevano dimostrare che Busto Arsizio è come l'Alabama schiavista? Che c'è il Ku Klux Klan e viviamo in un clima da Mississipi burning?

– Come valutate la decisione di Boateng di lasciare il campo?

Una scelta dettata dalla rabbia del momento e dall'importanza relativa dell'incontro, ci chiediamo però se avrebbe agito nello stesso modo in Campionato o Champions League. Rimangono forti dubbi.

Rispetto alla sua scelta di lasciare il campo in maniera così plateale, poteva agire diversamente. Fermare il gioco e chiedere l'intervento dell'arbitro per fare fermare la gara, poteva chiedere il cambio al proprio tecnico, non certo quella di scagliare il pallone contro i tifosi. Gesto altrettanto brutto, perchè colpito con forza e stizza, poteva colpire anche qualcuno.

Sulla sua decisione poi valgono anche le risposte che hanno dato due suoi ex compagni di squadra come Seedorf e Gattuso, oltre alle parole di Zeman.

Una reazione, quella di interrompere il gioco, che non è lasciata al singolo giocatore, tanto è vero che è stata condannata anche da Blatter, noto sostenitore – con FIFA e UEFA – della lotta al razzismo.

– Le reazioni e le prese di posizione del Sindaco Farioli nei giorni a seguire hanno dato adito a qualche dibattito: com'è il rapporto tra il primo cittadino e la tifoseria organizzata?

I rapporti tra il sindaco e la tifoseria sono sostanzialmente tiepidi. Una parte della tifoseria accusa Farioli di usare la Pro Patria solo a scopi elettorali. Però la sua presenza agli eventi sportivi di Busto c'è sempre, dalla Yamamay (campione d'Italia di volley femminile), alla Pro, dove qualche tempo fa era più presente.

Quando promuoviamo qualche iniziativa che riguardano la Pro Patria o il mondo che la circonda, comunque c'è, non ultima nell'Aprile scorso quando abbiamo ospitato la “Fondazione Gabriele Sandri” a Busto Arsizio, con la presenza di Giorgio Sandri (padre di Gabriele), per un convegno contro la violenza dentro e fuori gli stadi. In quella due giorni è venuto, unica autorità, a rendere omaggio anche alla tomba di Luciano Re Cecconi (ex giocatore di Pro e Lazio), scomparso tragicamente nel 1977.

– Sin da subito si è parlato di cori isolati, da parte di un piccolo gruppo di spettatori. Nel 2003, però, anche Ike Kalu (il primo giocatore di colore della Pro Patria, ndr) non ha ricevuto una delle migliori accoglienze. I due episodi sono ricollegabili in qualche modo o si sta parlando di situazioni ed anni diversi?

Sono situazioni e anni diversi, ma è possibile che l'ideologizzazione della curva bustocca in anni passati (matrici di estrema destra) abbia lasciato un retaggio che, sporadicamente, riemerge. Va sottolineato comunque che la gran parte del pubblico dello Speroni non può definirsi in alcun modo razzista.

Su quella contestazione del 2003, sono state dette comunque tante cose inesatte, con molta dietrologia gratuita. Quella presa di posizione prima del campionato venne fatta per contestare la campagna acquisti, con l'allestimento di una squadra, che secondo i tifosi, non era altezza di un campionato competitivo come era quella Serie C1. Infatti quella squadra per tutto il girone di andata rimase ancorata all'ultimo posto in classifica, venendo poi decisamente rinforzata a Gennaio con gli innesti di Paolo Tramezzani, Firmino Elia oltre al cambio di allenatore; per una Pro Patria che centrò la salvezza solo ai play-out contro il Prato.

Ike Kalu soprannominato “black magic” è ricordato con affetto come uno dei migliori giocatori degli ultimi 10 anni visti allo Speroni. A Busto ha passato un'annata felice, una delle migliori delle sue carriera e ha avuto un ottimo rapporto con la tifoseria, tanto e vero che negli anni seguenti è tornato spesso allo stadio a vedere la Pro. Se si fosse trovato male, non sarebbe tornato….

Altro giocatore più apprezzato dalla tifoseria biancoblù è l'italo-gambiano Simon Barjie (attuale allenatore delle giovanili della Sampdoria), nessuno è andato a chiedere a lui come si è trovato a Busto o se è stato trattato male per il colore della sua pelle. Per esempio tutti citano il caso di Kalù a Busto nel 2003, ma nessuno ricorda che nell'estate del 2008 alla Pro Patria, arrivarono il brasiliano Robson Toledo-Machado e il franco-maliano Mohammed Fofana, scappando letteralmente dalla colta, brillante, raffinata, accogliente, civilissima Ravenna e da i suoi tifosi. Ma questo probabilmente al tempo non fece notizia e lo fa tuttora.

– Cosa ne pensate delle denunce e dei provvedimenti presi nei giorni immediatamente successivi all'amichevole? Segnali forti per debellare il problema o soltanto provvedimenti “mediatici” per trovare un capro espiatorio?

Le foto dei ragazzi, sparate sul corriere.it, e La Gazzetta dello Sport e su altri giornali sono una vergogna, una barbarie che nemmeno nel quinto mondo sono ammissibili. Una caccia alle streghe indecorosa, pericolosa e sterile. Nemmeno ai pedofili si fa questo. E se poi si dimostrasse che quelli fotografati non centrano nulla? Chi risponde?

Si è trattata di una grossissima stupidata, da condannare comunque, di 6 (sei) ragazzi che pagheranno più di quanto in Italia pagano assassini, stupratori, mafiosi e razziatori vari. Sono stati sbattuti sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo, con tanto d'indirizzo di casa, come dei mostri, quando c'è chi fa molto peggio. Ibarbo insultato per il colore della pelle in Lazio-Cagliari, ma hanno fatto finta di niente, compreso Boateng. Nei giorni scorsi lo stesso Boateng è stato insultato a Torino, ma nessuno ha aperto bocca. 36 indagati per il “calcioscommesse” a Bari, tutto silenziato. A Palermo è stato arrestato un funzionario del tribunale che passava le informazioni ai mafiosi, ma di questo non si conosce il nome, il cognome e tanto meno si è vista una sola fotografia.

Sembra che fino a Giovedì 3 Gennaio 2013, negli stadi italiani tutto fosse tutto pulito, lindo e sereno, luoghi dove regnasse l'armonia celeste e l'idillio assoluto. Quando sappiamo tutti benissimo che non è così.

Sono solo provvedimenti mediatici. Lo dimostra la mancata stessa fermezza per Lazio-Cagliari. Paghiamo noi tifosi biancoblù e la società Pro Patria, condannata a giocare una gara a porte chiuse, quando per anni si è permesso di insultare per esempio Balotelli (ma anche Gullit, Martins, Zoro, Viera, Seedorf, Kallon solo per fare alcuni nomi), per il colore della pelle, senza conseguenze. E' stata una punizione “esemplare”, inflitta per colpire gli indifesi e difendere i prepotenti. Bastonarne uno sperando di educarne cento, ma ottenendo l’effetto opposto: la maleducazione di massa.

La squalifica al campo della Pro Patria è un contentino dato in pasto all’opinione pubblica (che non sempre è l’opinione giusta), è un capolavoro di incoerenza: se i fatti dello Speroni fossero davvero stati uno scempio tale da riempire per giorni e giorni paginate di giornali di tutto il mondo, dei tg di tutte le tv sparati a tutte le ore, interventi in diretta negli approfondimenti politici, allora è solo da considerare un buffetto. La Pro ed i suoi tifosi, sono le vittime indifese del conformismo e di chi crea facili mostri per addossargli tutte le colpe del razzismo.

Quante giornate di squalifica avrebbe meritato il campo del Verona per gli insulti di suoi tifosi verso un calciatore morto? Quante la Lazio per i buu razzisti di migliaia di persone e non dei sei gatti sei di Busto? E gli insulti ripetuti dei livornesi alla memoria degli infoibati e non solo? Quante ne hanno avute? Zero. Risultato: alla fine, ha trionfato il razzismo. Nei confronti della Pro, perchè semplicemente era un bersaglio indifeso e facile da colpire. Siamo stati la vittima sacrificale.

– L'intera tifoseria della Pro Patria, nella prima partita ufficiale seguente all'amichevole, in trasferta contro il Savona, ha espresso la propria posizione esibendo un eloquente striscione con scritto “NO RACISM”. Sono attese altre iniziative da parte del tifo organizzato?

Più che al futuro bisogna ricordare cosa ha fatto nel tempo la tifoseria biancoblù ed a cui nessuno ha fatto cenno in questi giorni, magari volutamente si è anche ben guardato dal farlo. Citandone solo alcune.

1) Sostenuto fino al 18esimo anno di età con un assicurazione Desy Cecotti, privata del papà Andrea morto indossando la maglia biancoblù, nel 1987. Oltre ad una raccolta fondi a sostegno della Famiglia.

2) Raccolta fondi, materiali per tutti i terremoti, alluvioni e catastrofi varie in giro per il mondo. Quasi sempre promossa dagli ultras !! Non ultimo il Pro Patria Clubs che è andato in Emilia a portare materiale ed aiuto fisico dopo l'ultimo terremoto.

3) Il Pro Patria Clubs ogni hanno a Natale, stacca assegni per le associazioni che si occupano delle persone in difficoltà. Sostiene a distanza anche un villaggio in Brasile.

4) Il club Il Tigrotto 2009 ha adottato a distanza due ragazze in Africa

5) Convegno con la “Fondazione Gabriele Sandri”, al cui termine gli ultras biancoblù hanno tenuto una festa in ricordo per Gabriele, non si sono tenuti niente in tasca ed al netto delle spese sostenute hanno girato quanto rimasto alla stessa fondazione.

6) Comitato Eventi, al netto delle spese sostenute per i 90 anni della Pro Patria, ha devoluto un assegno per la Fondazione Bianca Garavaglia contro i tumori infantili, oltre ad aver aiutato altri.

7) Ci siamo meritati TUTTI, la Rosa Camuna, maggior premio della Regione Lombardia, per aver sostenuto per due campionati (Gestione Zoppo 2008/09 e Tesoro 2010/11) la squadra sostituendoci di fatto a due inesistenti proprietà.

Per quanto riguarda altre iniziative benefiche in ogni campo sono comunque all'ordine del giorno per i tifosi della Pro e per i bustocchi.

Le istituzioni (Comune di Busto Arsizio) e la società Aurora Pro Patria, si sono trovati subito la mattina del 4 Gennaio, e si costituiranno parte civile in eventuali procedimenti contro chi ha provocato la sospensione dell'amichevole. Ci sarà la presenza gratuita di persone di colore, ospiti della società Aurora Pro Patria, sin dalla prossima partita (in casa con il Milazzo). Laboratori antirazzismo organizzati dal Comune magari con la presidenza onoraria dell'ex calciatore di Parma, Juventus e Nazionale francese, Liliam Thuram.

– Volete aggiungere qualcosa, puntualizzare o ribattere su qualche aspetto particolare emerso nel corso di questa settimana Aggiungiere un nuovo appuntamento per questa settimana che ha messo la tifoseria della Pro Patria, e la città di Busto Arsizio in generale, sotto la lente d'ingradimento dei media?

Speriamo di aver detto e chiarito tutto una volta per sempre. Quei ragazzi hanno sbagliato, quei cori sono stati vergognosi. Hanno vent'anni e sono stati criminalizzati molto più di altri che commettono le peggiori nefandezze, a cui però non viene data la stessa rilevanza mediatica.

Il fango, le bugie, i finti scoop, le illazioni piovute per giorni e giorni sulla tifoseria della Pro Patria, sulla città di Busto Arsizio, sono state una cosa altrettanto indegna e vergognosa.

Rimane tanta rabbia contro i finti moralisti e contro le istituzioni che permettono la stessa cosa in altri stadi (con ben altri interessi) e giudicano in modo diametralmente opposto, tappandosi occhi ed orecchie.

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