Il fischietto italiano concede un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport'
INTERVISTA RIZZOLI ARBITRO / MILANO – Nicola Rizzoli, uno dei migliori fischietti italiani, si racconta a 'La Gazzetta dello Sport'. Tanti i temi toccati nell'intervista: dai giudici di linea alla tecnologia sul gol-non gol. Passando per un retroscena…
RETROSCENA RIZZOLI – “Se faccio l'arbitro è 'colpa' di un arbitro. La mia vita cambia in una partita Allievi a Bologna: supero l'ultimo difensore e mi butta giù in modo plateale. Ci danno solo punizione dal limite: inizio a protestare. Vado giù duro: 'Ma non dai nemmeno giallo: è un'ingiustizia'. Mi fa: 'Non conosci il regolamento…' Scatta qualcosa dentro e decido di frequentare un corso per arbitri”.
GIUDICI DI PORTA – “E' un esperimento molto importane. Credo molto negli arbitri addizionali. Sgombriano il campo dagli equivoci: la decisione finale spetta all'arbitro centrale. Guai se accade il contrario. L'addizionale fa da supporto e serve ad avere una copertura quasi totale delle azioni. Se poi l'idea è di non avere nessuna svista, siamo fuori strada”.
TECNOLOGIA SIA – “L'ideale sarebbe avere entrambi. Nello specifico, l'occhio di falco serve soltanto a evitare un errore grave, mentre il giudice di porta ha una portata più ampia”.
DIRITTO DI PAROLA – “Il presidente Nicchi sta lavorando in questa direzione. Sarebbe utile e lo faremo, ma serve un cambio culturale. Oggi l'arbitro spesso è un nemico. E invece siamo al servizio del calcio”.
SPORTIVITA' POCA – “In campo spesso non c'è rispetto, ma c'è un miglioramento rispetto al passato. In passato c'erano Maldini, Baggio, Zanetti e pochi altri esempi positivi. Sul rigore concesso in Milan-Juventus vorrei far notare la grande compostezza dei giocatori. Pirlo e gli altri mi hanno chiesto spiegazioni in modo civile e sono andati via”.




















